Ritratto in piedi

Il ritratto del titolo, ritratto sofferto e struggente, è quello del padre dell'autrice, un anarchico pistoiese degli inzi del secolo. La Manzini scava nei suoi ricordi infantili e adolescenziali per restituirci l'indimenticabile figura di un uomo intriso delle grandi utopie ottocentesche, ma dotato di un'innocenza e di un candore unici, di una disarmante dolcezza che s'imprime profondamente nei sentimenti di ogni lettore. mento di Varsavia vengono catturati e si salvano grazie a un'ennesima, dispe- rata "recita" di Tania. La fine della guerra non segna però la fine del male per Maciek, che adesso deve affrontare la vita come se fosse un'uomo del tut- to nuovo, un uomo che non può permettersi di ricordare l'infanzia.