Il ritorno del naufrago
- Editore:
Corbaccio
- Collana:
- Narratori Corbaccio
- Edizione:
- 2
- Traduttore:
- Galassi V.
- Data di Pubblicazione:
- 29 maggio 2014
- EAN:
9788863806588
- ISBN:
8863806586
- Pagine:
- 320
- Formato:
- rilegato
Trama Il ritorno del naufrago
Cosa può succedere all’essere umano se costretto a vivere in condizioni non abituali, estreme? Sopravvive adattandosi o in lui resiste la vita e il modus operandi precedente? Garde Francois ci risponde magnificamente con Il ritorno del naufrago, Premio Goncourt per l’opera prima. Romanzo d’avventura, ma anche di fine rilievo psicologico, racconta la storia di un giovane marinaio francese, Narcisse Pelletier, unico sopravvissuto ad un naufragio in una costa sperduta dell’Australia e approdato in una spiaggia. L’uomo viene dato disperso dalla famiglia e dagli amici. Solo diciassette anni più tardi, una nave inglese di passaggio nota l’uomo bianco tra tutti gli indigeni. Nulla sembra distinguerlo dai suoi compagni di caccia, se non il colore della pelle. Per il resto è assolutamente parte del gruppo. Ma cosa gli ha permesso di dimenticare le sue origini e immergersi in un’altra cultura? Siamo a metà del diciannovesimo secolo, in pieno colonialismo, e Octave de Vallombrun, il colto e ricco geografo inglese a cui viene affidato Narcisse non riesce a spiegarsi come un uomo civilizzato sia potuto diventare parte di una tribù di indigeni. Inizia così un’intervista che è anche una rivelazione e un racconto sulla questione dell’identità e della differenza. E’ anche l’inizio di una straordinaria amicizia tra l’ex marinaio e Octave, basata sull’assenza di ogni convenzione. Ribaltando ogni luogo comune a cui la civiltà e la cultura europea di allora era abituata Narcisse si racconta e racconta cosa vuol dire integrazione e scambio culturale in una prospettiva assolutamente ante-litteram. Garde Francois con Il ritorno del naufrago descrive molto bene un’epoca, le sue ristrettezze psicologiche e sociali, senza falsi buonismi, ma con una incredibile capacità di comprendere ciò che è altro da noi.