
Ritorno ai monti
- Editore:
Corbaccio
- Collana:
- Exploits
- Traduttore:
- Dondio W., Petrelli A.
- Data di Pubblicazione:
- 20 gennaio 2022
- EAN:
9788867009367
- ISBN:
8867009362
- Pagine:
- 144
- Formato:
- rilegato
- Argomento:
- Resoconti di esplorazioni, imprese, spedizioni
Libro Ritorno ai monti di Reinhold Messner
Trama libro
«'Questo libro è stato pubblicato più di cinquant'anni fa, poco dopo la tragedia del 1970 sul Nanga Parbat in cui perse la vita mio fratello Günther. Su quella vetta non mi era venuto a mancare il senso della vita, ma l'equilibrio interiore... Ero alla fine del mondo ed ero rimasto solo e sperduto.' Così Reinhold Messner racconta la genesi del suo primo libro, che oggi viene riproposto a mezzo secolo di distanza in una nuova edizione aggiornata dall'autore. Il Ritorno ai monti del 1971 è stato, per il giovane Messner (allora ventisettenne), un momento catartico di scrittura con cui recuperare l'equilibrio e i valori perduti. Ma ancor più per il mondo alpinistico di allora, e per la letteratura di montagna, è stato un momento di rottura. Rivoluzionario, nei contenuti e nella forma. Erano gli anni in cui ancora risuonavano le pagine eroiche e superomistiche di Bonatti, Desmaison, Rébuffat, i récit d'ascension ricchi di pathos e tempeste. Messner invece scrive di una montagna esistenziale ed ecologica ante litteram, un alpinismo gestuale e istintivo, felice, fine a se stesso. Alternativo al consumismo imperante, alle leggi del profitto, alla mediocrità del vivere cittadino. Ed è proprio Messner a ridefinire per primo la pratica alpinistica come mezzo per tornare 'a una condizione umana che un tempo era ovvia e naturale: alla semplicità e all'essenzialità della vita'. L'ecologia, anzi 'la cura per la montagna' e per i compagni di avventura sottendono a tutto il racconto del futuro conquistatore di 8000, ed è sempre un piacere rileggere le prime avventure sull'Ortles, sulla Marmolada, sulle Droites, sul Sass dla Crusc, dove il giovane Messner ritrova 'il senso del lavoro creativo, della prova superata e dell'opera compiuta, e tale sensazione è di per sé un motivo di felicità'». (Paolo Paci)