Riflessioni ed esperienze religiose in psicoterapia

Questo nuovo libro di Gaetano Benedetti è, anzitutto, opera di affezione. E il dono di una testimonianza intensamente autobiografica, che integra l'insegnamento che l'autore trasmette da molti anni attraverso l'indagine scientifica, la pratica clinica e la formazione di giovani terapeuti. Come lui stesso scrive nella lettera che accompagna il manoscritto: "Trattasi di un volume che mi sta a cuore, ove io mi risolvo, a differenza che nei precedenti scritti, ad affrontare quei grandi problemi umani che riguardano non solo taluni pazienti in terapia, ma anche l'uomo tutto e impegnano anche il terapeuta a riflettere: sull'origine del dolore nel mondo, sull'essenza della colpa umana, sulla relazione dell'esistenza con la Trascendenza". Uno dei padri della psicoanalisi europea contemporanea, Gaetano Benedetti, prende spunto dalla sua lunga pratica psicoterapica per articolare una originale meditazione sulla fede. L'autore, cioè, analizza alcuni "temi forti" della psicoanalisi alla luce della spiritualità del nostro tempo: così il dolore del paziente psicotico è inteso come manifestazione del dolore cosmico, immanente alla costituzione dell'essere-uomo; il concetto di colpa, strutturalmente riferito all'esperienza terapeutica freudiana e postfreudiana, diviene punto di partenza di un'appassionata indagine sull'intrinseca necessità del male come elemento catartico; l'analisi dell'apparato mitico-simbolico della religione, di chiara impronta junghiana, volge in un'articolata dimostrazione del difficile rapporto fra dimensione storicoscientifica e metafisico-filosofica della religione. In conclusione, un libro che si può a buon diritto definire nel contempo