Descrizione Red Platoon. Un'epopea militare
Il sergente Clinton Romesha è un eroe americano. Insignito della Medal of Honor, massimo riconoscimento statunitense al valor militare, Romesha racconta, in Red Platoon, la battaglia del Kamdesh.
3 ottobre 2009, Afghanistan. Siamo nella base militare del “Keating”, creata pochi anni prima per limitare gli spostamenti dei terroristi sulla linea di confine con il Pakistan e in procinto di essere smantellata. All’improvviso una pioggia di fuoco si abbatte sull’avamposto americano: sono i talebani che attaccano. A difendersi eroicamente in uno scontro di quattordici ore sono gli uomini del Red Platoon e i loro compagni della Black Knight Troop. A guidare le operazioni, il sergente Romesha. Il Red, colto di sorpresa, sembra soccombere, in un primo momento, all’attacco. Ma poi, superato lo sgomento iniziale, contrattacca con aggressività e ferocia utilizzando ogni risorsa per resistere strenuamente fino all’arrivo dell’aviazione. In quelle lunghe quattordici ore ciascuno degli uomini del plotone partecipa con coraggio e sacrificio, pur sentendo, fin nelle ossa, la paura della disfatta.
Ad un tratto, un nuovo slancio si fa strada tra i commilitoni rimasti. Quello che li spinge alla lotta non è solo il rombo degli aerei chiamati in soccorso, ma la volontà di recuperare i corpi degli otto compagni caduti per evitare che i talebani se ne approprino e li trasformino in trofei di guerra, filmandoli e postando i video sul web.
Romesha racconta il “giorno più lungo” del Keating in modo lucido e struggente, ma la sua non è cieca fedeltà ad una bandiera. Il sergente, infatti, riporta anche i suoi dubbi, le perplessità, la sensazione di combattere una battaglia insensata, dando così un quadro vivido e umano che non manca di appassionare i lettori che si sentono partecipi come in un film d’azione. Non manca il ricordo dei caduti ai quali va l’affetto e il rispetto del plotone. Sono loro i veri destinatari dell’onorificenza ricevuta: «Sono quegli otto uomini che hanno combattuto al mio fianco coloro che veramente meritano il riconoscimento, perché gli eroi – gli eroi veri, quelli a cui dev'essere riservato l'onore – non tornano a casa. Io conservo la medaglia, e tutto ciò che questa rappresenta, in nome dei suoi legittimi proprietari».
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