€ 17.10€ 18.00 Risparmi: € 0.90 (5%) ![]() e ritira quando vuoiScopri come ![]() ![]() Il ranch della giumenta perdutadi Georges Simenon
Descrizione del libroSullo sfondo - come in un campo lunghissimo di John Ford o di Sergio Leone le montagne dell'Arizona, che sembrano "racchiudere il mondo da tutti i lati"; in primo piano un uomo a cavallo, che percorre la pista che conduce alla statale per Tucson: il "Grande Passaggio, attraverso il quale, ai tempi in cui non esistevano né treni né automobili, erano transitati uomini e mandrie, e buoi, cavalli e carri a migliaia". Oggi, 7 ottobre 1947, l'uomo a cavallo, John Evans detto Curly John, il rispettato proprietario del ranch della Giumenta perduta, compie sessantotto anni, ma in sella si tiene ancora ritto come quando ne aveva venti. Come quando lui e il suo amico Andy Spencer erano arrivati dal Connecticut in cerca di fortuna. C'è un punto della pista dove, ogni volta che ci passa, a Curly John sembra quasi di "provare il dolore di quel giorno": il giorno in cui, proprio lì, trentotto anni prima, ha ucciso Romero, il messicano che qualcuno aveva pagato per farlo fuori. Dopo, tutto è stato diverso: Andy, che Curly John sospetta di essere il mandante del tentato omicidio, è diventato per lui Valtro, "l'Innominabile". Ma il caso - una vendita all'asta in cui quasi a malincuore Curly John entra in possesso di un vecchio baule verde - cambierà le carte in tavola. L'amicizia virile, la vendetta, il perdono; e le miniere, il deserto, i saloon e le case da gioco: gli elementi del buon western ci sono tutti, e con questi Simenon ci offre una sua trascinante variazione sul tema.Recensioni degli utentiScrivi una nuova recensione su Il ranch della giumenta perduta e condividi la tua opinione con altri utenti. Voto medio del prodotto: ![]() di C. Lorenzo - leggi tutte le sue recensioniBello, nonostante appartenga alla serie dei romanzi di genere psicologico dalla quale si sviluppa l'intreccio che questa volta è abbastanza complesso. Un western interiore, personaggi dai contorni indefiniti e un grande protagonista: il tarlo dell'equivoco. Un'amiciza sincera o il peggiore dei tradimenti da parte di chi si giudica come un fratello? Ritieni utile questa recensione? SI NO ![]() di A. Paolo - leggi tutte le sue recensioniQuesto libro è stato scritto nel 1947. Era un tempo di sogni e certezza che non si erano ancora infranti. Ci sono la speranza e l’ottimismo di chi è uscito da una guerra non più sporche di quelle che sono seguite. Oggi, ad una lettura superficiale appare ingenuo, ancorché scritto da una penna maestra. Mi sembra comunque che non sia cattivo viere accanto ai nostri sogni. Può darsi che sia questo quello che manca alla nostra epoca. Ma non mi è chiaro se non siamo più capaci di vivere accanto ai nostri sogni oppure ce li dimentichiamo ogni mattina svegliandoci. |
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