Rami secchi

Mi era capitato di leggerlo per caso, dopo averne apprezzato le prime poesie, era piaciuta la scrittura semplice, corretta, piana e le immagine evocate, intime e silenziose di un paesaggio di montagna. Ma, procedendo nella lettura, non sempre mi ha confermato lo stesso gusto e lo stesso piacere. Mario Soldati ha scritto questi racconti ormai ottantenne, riandando con la mente agli anni passati e ai suoi ricordi, trasmettendo un'atmosfera di crepuscolo, di vita conclusa. Va con la mente ai ricordi personali di vita, al luogo in Liguria dove amava isolarsi o alla vita romana che lo ha indotto coraggiosamente a trasferirsi a Milano; a questi aggiunge ricordi di amici, con giudizi e commenti di loro scritti, trasformando i racconti in piccoli saggi. Interessante la sua amicizia con il Fisico Emilio Segrè che aveva chiesto a lui una ricerca e uno scritto sulla scomparsa di Majorana, prima di rivolgersi a Sciascia, e che gli aveva dato l'occasione di incontrare la Fisica Moderna, da cui scaturisce il suo elogio finale alla musica della Scienza.