
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Biblioteca Adelphi
- A cura di:
- G. Pinotti
- Data di Pubblicazione:
- 13 novembre 2018
- EAN:
9788845933066
- ISBN:
8845933067
- Pagine:
- 384
- Formato:
- brossura
Libro Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda
Trama libro
Uno dei maggiori capolavori italiani del secondo Novecento, apparso per la prima volta su rivista nel 1946, poi riscritto, ampliato e ripubblicato (sempre in forma inconclusa) nel 1957. È grazie alle carte dell’autore che oggi è possibile sciogliere in buona parte l’enigma del finale di quell’opera immensa che è "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di Carlo Emilio Gadda.
Siamo a Roma, nel marzo 1927. Al commissario don Ciccio Ingravallo è chiesto d’indagare su un furto di gioielli avvenuto al numero 219 di via Merulana. Nel giro di poco, però, il “pasticciaccio” si complica: nello stesso palazzo di via Merulana è ritrovato il cadavere, con la gola squartata, della bellissima e malinconica Liliana Balducci. Che l’autore dei due crimini sia lo stesso?
Ingravallo è un commissario-filosofo, ostinato e deciso a non assecondare chi vorrebbe al più presto un colpevole qualsiasi. D’altra parte, non è neppure un mistero il fascino che la Balducci esercitava su di lui.
Il "Pasticciaccio" di Gadda è un giallo abnorme, temerario, enigmatico, che racconta con un’ironia e una ricchezza linguistica ineguagliabili una città e una nazione degradate dalla dominazione fascista.
Descrizione
Nel giro di pochi giorni, nel marzo del 1927, un furto di denaro e gioielli ai danni di una svaporata e fantasiosa vedova, la contessa Menegazzi, e poi l'omicidio della ricca, splendida e malinconica Liliana Balducci, sgozzata con ferocia inaudita, incrinano la decorosa quiete di un grigio palazzo abitato da pescecani, in via Merulana, come se una «vampa calda, vorace, avventatasi fuori dall'inferno» l'avesse d'improvviso investito - una vampa di cupidigia e brutale passione. Indaga su entrambi i casi, forse collegati, Francesco Ingravallo, perspicace commissario-filosofo e segreto ammiratore di Liliana: ma la sua livida, rabbiosa determinazione, il suo prodigioso intuito per il «quanto di erotia» che ogni delitto nasconde e le pressioni di chi pretende a ogni costo un colpevole da dare in pasto alla «moltitudine pazza» non basteranno ad aver ragione del disordine e del Male. L'inchiesta sui torbidi misteri del «palazzo dell'Oro» gli concederà, al più, la medesima, lacerante cognizione del dolore di Gonzalo Pirobutirro. Giallo abnorme, temerario, enigmatico, frutto della irresistibile attrazione che su Gadda esercitavano il romanzo e i crimini tenebrosi ma insieme di una tensione conoscitiva che finisce per travolgere ogni possibile plot, il Pasticciaccio è anche il ritratto di una città e di una nazione degradate dalla follia narcisistica del Tiranno, dove si riversa a ondate tumultuose una realtà perturbata e molteplice - e dove, a rappresentarla, sono convocate, in uno sforzo immane, tutte le risorse della nostra lingua, dei dialetti, delle scienze e delle tecniche.