Quello che ti meriti di Anne Holt edito da Einaudi
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Quello che ti meriti

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Traduttore:
Lamberti L.
Data di Pubblicazione:
14 aprile 2009
EAN:

9788806198640

ISBN:

8806198645

Pagine:
422
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Quello che ti meriti

Una dolente, umanissima coppia di detective: l'investigatore Stubø e la criminologa Vik. Lui, che ha appena perso moglie e figlia in uno stupido incidente, sa che l'unico modo per venire a capo del caso dei bambini rapiti è convincere Vik a partecipare alle indagini. Lei non ne ha proprio voglia, ma non può restare indifferente di fronte al crescente orrore, e alla fine accetta. Tempo da perdere proprio non ce n'è, almeno finché c'è una speranza.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 8 recensioni

Finito un po' faticosamenteDi M. Luca-9 maggio 2012

A parte l'argomento molto inquietante (in generale e soprattutto per una madre) , ovvero i crimini commessi su bimbi, la narrazione è architettata in modo egregio e tiene fissi pagina dopo pagina. Peccato si perda in po' nel finale con un intreccio di fatti poco credibile e poco credibili per una detective-story. La scrittrice ha forse voluto dargli quel certo aspetto anche un po' "sovrannaturale" (non saprei come altro connotarlo) che secondo me non c'entra niente.

Quello che ti meritiDi L. Michele-4 agosto 2011

Ho fatto fatica per i primi capitoli, molto pesantucci, a mio dire, e poi era già pieno di elementi dolenti: rapimenti di bambini, mamma con figlia autistica (o quasi) . Poi dopo la metà prende quota, ed a parte un elemento un po' macchinoso del sottofinale, la parte conclusiva è scoppiettante, piena di ritmo, di inventiva, e di quasi tutte le spiegazioni necessarie. La Holt è comunque un personaggio interessante, omosessuale con figlia, avvocato ed ex Ministro della Giustizia. Scriveva prima di entrare in politica ed ha continuato dopo. Come narrato ben si inserisce nel filone scandinavo - sociale, alla Sjowal e Whaloo, perché ce ne sono di spunti critici sul (mal-) vivere moderno. Uno su tutti la ricerca parallela della soluzione ad uno che, se fossi un patito della TV, chiamerei "Cold Case". Uno stupro di bimba avvenuto una cinquantina di anni prima, ma il cui allora colpevole ha tutta l'aria di essere innocente. Lì un po' di altarini sul malfunzionamento di un certo tipo di giustizia e di potere vengono presi di mira. Inoltre, come per gli svedesi, i personaggi sono in realtà persone, che vivono e si muovono nel loro quotidiano, senza quelle dosi di singolarità che in genere hanno i personaggi dei polizieschi. Vik è separata dal marito perché le loro visioni del mondo non erano sincrone. Stub ha sofferto una grave perdita ma continua a tirare avanti. Alvhild sta per morire, ma continua a pensare alla verità. Aksel troverà alla fine il modo di riprendere a dormire sereno, facendo tutti gli sforzi per dare serenità anche ad Eva. E così via. Muovendosi per questa normale Norvegia degli anni '90, cominciando con quell'ondata di crimini che colpiscono bambini, rapiti e uccisi. Senza tracce e senza una ripetitività che lasci presagire un serial killer. Ma Vik intuisce, anche se non scopre, che deve esserci un legame. E poi... Insomma, buona la scrittura, anche se come detto stentava a decollare. Buona in fin dei conti la trama, anche se l'incidente d'auto che scatena tutte le soluzioni lo trovo un po' macchinoso. Sono indeciso se leggere d'altro (anche se della Holt lessi negli anni '90 il suo primo libro "Sete di giustizia" uscito per una benemerita collana della HobbyWork dedicata agli autori europei di gialli, contro il solito strapotere della letteratura anglosassone) . Lo scorpione Holt, una cinquantina come direbbe Camilleri, come detto è anche avvocato e giornalista, e se ne può approfondire su

Quello che ti meritiDi l. tonino-9 maggio 2011

L'incontro tra due investigatori norvegesi destinati a fare coppia, nonché all'essere protagonisti di una serie di indagini ideate da Anne Holt. Stube e Vic investigano insieme su un caso di bambini rapiti, e il tratto caratteristico è il coinvolgimento personale di Stube, che ha perduto moglie e figlia. Una nuova serie che merita attenzione.

Quello che ti meritiDi f. Pierluigi-4 aprile 2011

Scrittura piatta, è normale per il genere, anche se qualcosa in più si poteva fare. Discreta delusione, ma nell'asfittico panorama letterario moderno cosa ci si può aspettare? La storia inizia abbastanza bene, inizia in maniera coinvolgente, finchè probabilmente l'autrice smette di andare in automatico e pensa... Pensa bene di risolvere la situazione con colpi di scena che scatenano l'ilarità. I personaggi, già poco credibili, diventano costruzioni demenziali. Le grandi conclusioni esistenziali sull'uomo che vorrebbe trarre da questa vicenda assomigliano a teorie a dir tanto ottocentesche (il padre assente più la nonna cattivacattivo; cattivo più divorzio pazzo infanticida).

intriganteDi z. fabio-5 ottobre 2010

I due protagonisti sono due personaggi che colpiscono subito e la trma si dipana in manidera interessante. E' un libro coinvolgente con della suspense verso la fine

Non è un capolavoro ma va lettoDi T. Alessandro-22 settembre 2010

Una storia strana, scritta in uno stile particolare, sicuramente non è il miglior libro della saga Vik-Stubo, ma è quello che serve per capire meglio i libri successivi. Si fa un po' di fatica, all'inizio, a collegare tutte le storie, ma,come dico nel titolo, è importante se si vuole seguire l'evoluzione della coppia norvegese. Attenzione: questo è il primo libro, seguito da "Non deve accadere" e, infine, da "La porta chiusa" che è di gran lunga il migliore.