Quando non morivo

La poesia di Mariangela Gualtieri si caratterizza da sempre per una vena mistica, qui evidenziata fin dal titolo. La spiritualità della poetessa è in perenne dialogo con una trascendenza non espressamente identificata. Le figure della religione cristiana – Dio, Maria – vengono interrogate, ma con qualche esplicita insoddisfazione per il loro ostinato tacere. Il misticismo di questa poesia è fatto di luce, di silenzio, di ammirazione per la natura, di senso di fratellanza per gli animali, di tenerezza per i cuccioli umani, e per tutte le creature. L’innamoramento quotidiano per la vita e le sue forme non toglie che nel mondo, e soprattutto nella «specie con orchi», cioè tra l’umanità, aleggi il male. Una specifica sezione raccoglie le poesie dedicate a questo tema, ma d’altronde anche la sezione che inaugura il volume, piú introspettiva o addirittura autobiografica, non è per niente pacificante, descrivendo l’inevitabile altalena fra alti e bassi, fra estasi e depressione, di ogni esistenza.