Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri
- Editore:
Il Saggiatore
- Collana:
- La cultura
- Data di Pubblicazione:
- 5 maggio 2011
- EAN:
9788842816768
- ISBN:
8842816760
- Pagine:
- 243
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Prigioni, Servizi di polizia e sicurezza
Descrizione Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri
Quelle foto di Stefano Cucchi. Quel corpo prosciugato, quella maschera di ematomi sul viso, un occhio aperto, quasi fuori dall'orbita. Quella morte di Federico AJdrovandi, quel giovane riverso a terra, le mani ammanettate dietro la schiena, esanime. Quelle urla di Giuseppe Uva, dentro la caserma dei carabinieri di Varese. Quelle sue foto col pannolo-ne da adulto incontinente, imbrattato di sangue. Quelle facce gonfie, viola, i rivoli di sangue. E tutte le altre storie, rimaste ignote, oppure richiamate da un trafiletto di giornale, e già dimenticate. Giovanni Lorusso, Marcello Lonzi, Eyasu Habteab, Mija Djordjevic, Francesco Mastrogiovanni. E molti altri. In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, alcuni no. E si muore durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. Dietro le informazioni istituzionali spesso c'è un'altra storia. Un uomo che muore in carcere è il massimo scandalo dello Stato di diritto. "Quando hanno aperto la cella" ce lo racconta. Luigi Manconi e Valentina Calderone ascoltano, raccolgono e portano alla luce storie di persone, spesso giovani, che entrano nelle carceri, nelle caserme e nei reparti psichiatrici e ne escono morte. In ognuna di queste morti, la morte dello Stato di diritto. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky.
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Recensioni degli utenti
E' difficile giudicare e condannare...-5 luglio 2011
Stefano Cucchi e gli altri... Come dice il sottotitolo questa e' la storia di "personaggi" giudicati colpevoli dalla giustizia italiana e poi deceduti in carcere. Un tema molto ostico quello della giustizia italiana con schieramenti contrapposti tra chi condanna le forze dell'ordine e chi invece prende la posizione dei familiari delle vittime di criminali rimasti impuniti. E' difficile giudicare e condannare....