I quaderni di Malte Laurids Brigge
- Editore:
Garzanti
- Collana:
- I grandi libri
- Edizione:
- 21
- Traduttore:
- Jesi F.
- Data di Pubblicazione:
- 8 maggio 2014
- EAN:
9788811810339
- ISBN:
8811810337
- Formato:
- brossura
Trama I quaderni di Malte Laurids Brigge
Sei anni di incessante lavoro precedono l'uscita del libro, nel 1910, e dieci anni di "siccità" artistica la seguono. Sorta di romanzo-diario autobiografico in cui il protagonista, alter ego di Rilke, annota sogni, incubi, reminiscenze dell'infanzia e meditazioni sulla morte, Malte è la testimonianza artistica, e per molti aspetti rivoluzionaria, di una tormentosa condizione umana: quella dell'artista chiuso nella propria interiorità che, in una Parigi trasognata e allucinata, sperimenta la solitudine e la paura, la miseria ma anche l'ansia di Dio. Libro che riesce a tradurre in parola gli eventi infimi e impercettibili come anche l'orribile e il terribile, il "Malte" si colloca sulla soglia della modernità letteraria: prova sconcertante della crisi del romanzo ottocentesco, precorre la narrativa esistenzialista del secondo dopoguerra. Introduzione, traduzione e note di Furio Jesi.
Recensioni degli utenti
Prosa spirituale-8 marzo 2012
Questo libro è così intenso, così pregno, così formalmente "bello", che si fa fatica a comprenderlo subito fino in fondo. Il tema che a mio parere costituisce il filo conduttore di tutta l'opera è il rapporto dell'autore e dell'uomo in generale con la morte. Una morte analizzata ora nella sua forma materiale, fisica, quella più visibile, ora in senso metafisico e spirituale, ma sempre terribile e salvifica allo stesso tempo.
sfumature d'angoscia -30 settembre 2010
L’opera è divisa in due parti, visibilmente diverse tra loro. La prima è un mosaico più o meno omogeneo della descrizione degli stati d’animo del protagonista Malte ( per la maggior parte sfumature di sentimenti angosciosi, paure, senso di sacco, di inadeguatezza), di nostalgiche rievocazioni di miti e ricordi d’infanzia e ritratti, caricature e profili di alterità spaventose e minacciose per la propria identità, come quelle di moribondi e reietti. Nella seconda parte è privilegiato il racconto aneddotico, di piccoli o anche insignificanti avvenimenti caricati di rilevanza psicologica; cessano le descrizioni del proprio quotidiano e del proprio passato remoto per lasciare il posto a descrizioni senza tempo, impossibili dal collocare in un certo periodo della vita di Malte o in una certa porzione dei suoi pensieri. Il filo logico conduttore che lega insieme gli aneddoti, latente nella prima parte, scompare del tutto nella seconda, per dar luogo ad un insieme eterogeneo di frammenti sconnessi.