Prigioniero dell'Annapurna di Jean-Christophe Lafaille edito da CDA & VIVALDA
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Prigioniero dell'Annapurna

Collana:
Licheni
A cura di:
B. Heimermann
Traduttore:
Cottino L., Germanet R.
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2007
EAN:

9788874801121

ISBN:

8874801122

Pagine:
178
Formato:
brossura
Argomento:
Alpinismo, arrampicate e scalate
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Descrizione Prigioniero dell'Annapurna

È il 1992. Jean-Christophe Lafaille, dopo gli exploit sportivi messi a segno sulle Alpi, è alla sua prima spedizione himalayana, portato dal fortissimo connazionale Pierre Béghin a quella che sarebbe diventata una vera vocazione all'alta quota. I due francesi tentano l'Annapurna per una via nuova. Ma a 7000 metri, costretti a ripiegare nella bufera, Béghin cade per la rottura di una protezione. Inizia così per Lafaille un'epica marcia verso la salvezza. Nonché una "storia privata" con l'Annapurna, allo scopo di poter un giorno mettere piede sulla sua cima. Il che accade esattamente dieci anni dopo, il 15 maggio 2002. Il libro racconta l'avvincente relazione tra un uomo e una montagna. La faticosa ripresa, fisica e psicologica, dopo la morte del compagno e la propria sopravvivenza strappata con i denti, i difficili rapporti con l'ambiente alpinistico, i tentativi a vuoto delle spedizioni successive, la volontà incrollabile di ritrovare se stesso attraverso il compimento di un'ascensione. Jean-Christophe Lafaille scomparirà il 27 gennaio 2006 sul Makalu, suo dodicesimo ottomila, scalato in solitaria.

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5 di 5 su 1 recensione

appassionateDi F. Cinzia-30 ottobre 2010

Libro spettacolare, la storia di J.C Lafaille, la sfida con la montagna che riuscirà a conquistare solo dieci anni dopo la prima tragica spedizione dove perde il suo compagno di cordata proprio sulla parete est dell’Annapurna, questa ascesa si conclude con una ritirata in solitaria sotto lo scarico continuo di ghiaccio e rocce, la frattura di un braccio e la salvezza finale nonostante la poca esperienza extraeuropea. La montagna domina il libro, Lafaille si arrabbia con quella mangia uomini, altre volte rimane affascinato dalla bellezza selvaggia di 8000 metri, da quella aria sottile,dalla continua sfida verso la cima e anche verso il ritorno al campo base, verso la salvezza.Il rapporto con la famiglia è molto bello sia con i figli che con la moglie, una moglie che oltre ad aver sposato l’uomo ha sposato anche la sua ragione di vita, l’alpinismo.