Il prete e il diavolo

La lettura è scorrevole lungo un dialogo sornione tra un prete ed un diavolo, che si scambiano opinioni in una schermaglia di parole dotte, ma semplici, trattando argomenti di grande attualità: la sessualità vissuta come comunicazione psichica e corporale, la parità di genere anche in vista dei preti sposati e del ministero affidato alle donne, il popolo sacerdotale, il potere ecclesiastico legato al denaro, in una collocazione dialettica tra il pensiero di Wojtyla e di Ratzinger, il tutto condito in una storia d'amore che mette in fuga il diavolo: il prete si era distratto. Dette un'occhiata in giro e non scorse il diavolo. Romanzo che si legge in un soffio e dà respiro al pensiero.

In questa narrazione a due voci, un prete e un demonio, sembra riattualizzarsi (con opportuna variatio) l'opera dello scrittore ungherese Tibor Déry, intitolata "Lo Scomunicatore", incentrata sulla vita di Ambrogio, Vescovo di Milano, dove figura un dialogo fra il prelato e un angelo, dialogo che avviene nel corso di uno dei suoi celebri sermoni. In quel caso l'angelo cerca di indurre Ambrogio a pronunciare la condanna della proprietà privata, in linea con il credo comunista professato dal Déry. A mio avviso, a partire dal lavoro di Leoni, attento alle contraddizioni della Chiesa cattolica contemporanea, sarebbe possibile ricavare una sceneggiatura per una piéce teatrale di denuncia dei mali della Chiesa. La lettura è piana e scorrevole, facilmente comprensibile anche nell'esplicazione dei risvolti dottrinari più controversi, con un taglio eminentemente pedagogico, particolarmente caro ad un autore, come Leoni, proveniente dal mondo dell'insegnamento. Tra i tanti temi affrontati, spicca l'apologia della donna e il ruolo della sessualità nel rapporto di coppia, affrontato anche con vis polemica nei riguardi delle strutture dogmatiche della chiesa cattolica.