Un piccolo eroe sbeffeggiato di Munyol Yi edito da Bompiani

Un piccolo eroe sbeffeggiato

Editore:

Bompiani

Traduttore:
Riotto M.
Data di Pubblicazione:
19 Settembre 2007
EAN:

9788845259241

ISBN:

8845259242

Pagine:
115
Formato:
brossura
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Trama Un piccolo eroe sbeffeggiato

Un ragazzino tredicenne, Han, a causa della decaduta posizione professionale del padre è costretto a trasferirsi dalla più prestigiosa scuola di Seul a una scuola di provincia. Qui le leggi che vigono tra gli studenti e tra gli studenti e i professori sono molto diverse e Han è costretto a scontrarsi con uno studente boss che sembra avere la scuola in pugno. Questi non usa la violenza, se non in rari casi, ma domina tutti i compagni col terrore e con la complicità del maestro. Dopo la prima, strenua, resistenza, Han è costretto a cedere alla subdola complicità del bullo e del maestro. Ma appena cambia il maestro, per il bullo sarà tutto più difficile...

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5 di 5 su 1 recensione

Yi Munyol fu abbandonato dal padreDi m. roberto-15 Ottobre 2010

Yi Munyol fu abbandonato dal padre, scappato nel Nord Corea quando era bambino. Yi cresce e ama il suo paese, ma cerca altre idee nel mondo da mettere in circolazione insieme alle proprie. Un piccolo eroe sbeffeggiato è un bel racconto sulla Corea, le sue contraddizioni. Una famiglia borghese di Seoul venne trasferita in un paesino della campagna: “che ce la passavamo bene e che avevamo la radio e tre orologi, di cui uno a pendolo.” (Pag. 17) Loro figlio era felice ben ambientato nello studio e con i suoi compagni. Nella nuova scuola trova, invece, una terribile realtà, totalmente diversa da quella della città. Mura, architettura decadenti; il peggio lo troverà all’interno, dove vige una gerarchia, una realtà di paura e bullismo mai conosciuta prima. A guidare il clan dominante della scuola - professori preside compresi - è Om Soktae. Un bullo, capo di una banda di ragazzi dediti alla minaccia agli altri studenti. Ế un predestinato, si può già immaginare il suo futuro. La sua gestione è paternalistica, demagogica, distribuisce anche giustizia come un piccolo mafioso. Han Pyont’ae lo affronta direttamente e da solo perché non può accettare la sua malvagità e di essere un sottomesso. Ma presto alla pari di tutti gli altri ragazzi si arrenderà; con un pianto dirotto gli chiede scusa per avergli resistito. Da questo pianto inizierà la grande amicizia fra i due. Tutto si svolgeva bene, tutti erano vessati ma apparentemente felici. Sarà l’arrivo di un nuovo maestro a sconvolgere lo status quo. Om Soktae sarà duramente punito; ugualmente tutta la classe per non essere stata capace di reagire. Inizierà un momento di libertà interna alla scuola. Una nuova assemblea dovrà discutere degli affari degli studenti. Inizia la democrazia. Da adulto Han Pyont’ae incontrerà Om Soktae, solo un momento quando è arrestato per non si sa quale reato. Ế finito quel mondo. Un romanzo di formazione di un ragazzo prima deciso a resistere, poi sconfitto e poi umiliato. Questo suo destino lo segnerà per sempre. Violentato nella sua libertà da ragazzo non sarà più capace di ricreare un suo mondo basato su una società pacifica. Da quel momento gli mancherà qualcosa, non potrà mai più avere una strada diretta. Un tarlo lo ha segnato per sempre. La psicologia dei ragazzi è costruita con abilità. L’emozione della classe e dei due studenti amici è forte; basata su un microcosmo della grande ma vessata Corea. La Corea è divisa in due parti, vive forti contrasti sociali, soprattutto fra città e campagna, due realtà completamente diverse. E’ anche dittatura militare, mancanza di libertà, lenti tentativi di costruire una democrazia debole e corrotta ma desiderata da tutti. I primi tentativi sono burrascosi, come quelli della classe di fronte alle prime assemblee. Ci vuole molto, ma nessuna democrazie è perfetta: non lo sarà neppure la Corea. Ma forte è l’amore dei coreani per la loro patria.