Trama Il pianoforte laccato bianco
La banalità e mediocrità del quotidiano pesano su Gloria, che arranca nella vita lasciando scorrere il tempo. Il magico incontro con un uomo di rara bellezza interiore ed esteriore scatena una passione travolgente che avvolge entrambi in una sorta di incantesimo. È un amore impossibile, però, e il corso degli eventi sconvolge le loro esistenze, separandoli. Gloria riprende a trascinare le sue giornate tra sentimenti di rabbia e momenti depressivi. Alla riscoperta dell’amore di sé, attraverso una dolorosa maturazione emotiva, intraprende il faticoso cammino del cambiamento, accedendo a un nuovo linguaggio: quello dell’universo musicale. Altri attori calcano la scena: il focus è puntato sulla relazione che li lega, vera protagonista del racconto. Dietro le quinte, ma in realtà in primo piano, la vita con il suo cuore pulsante, i suoi turbamenti, paradossi e incoerenze...
Patrizia Querini (San Daniele del Friuli, 1953), veneziana d’adozione, è psicologa e psicoterapeuta con duplice formazione, psicodinamica e sistemica.
Ha collaborato con la cattedra di Psicologia Sociale dell’Università di Padova prima in qualità di cultore della disciplina e successivamente come professore a contratto.
Ha pubblicato insieme a Sabrina Cipolletta Struttura psicologica nella relazione individuo-gruppo (FrancoAngeli 1998) e, insieme a Franco Lubrani, Ironia, umorismo e disagio psichico (FrancoAngeli 2004). Con le fotografie di Franco Lubrani ha inoltre pubblicato Immagini allo specchio. L’altra Venezia (Biblos 2008).
Il pianoforte laccato bianco è il suo primo romanzo.
Recensioni degli utenti
Inno al cambiamento-15 gennaio 2018
Questo non è solo un romanzo ma un piccolo manuale di psicologia. Ogni personaggio racchiude in sè una "patologia", piccole sfumature di malesseri interiori. L'autrice non dà solo un'interpretazione ma dispensa qua e là pillole di saggezza per un'autoanalisi. Attraverso questo libro secondo me tanti possono riconoscere proprie le dinamiche sviluppate e trovare una chiave di lettura per i propri disagi. Direi che il romanzo è un inno al cambiamento, al rischio purché non ci sia immobilismo che porta inevitabilmente alla noia e alla routine. Bella la figura di Gloria, una donna forte, piena di volontà e autodeterminazione, capace di vincere qualsiasi sfida. In conclusione direi che per essere il primo romanzo dell'autrice è un piccolo capolavoro. Roberta Trevisan