Descrizione Perché il mondo arabo non è libero. Politica della scrittura e terrorismo religioso
Un libro senza compromessi che abbozza un quadro sorprendente dello stato attuale della cultura nei paesi arabi. Come ha dimostrato in modo inconfutabile lo sceicco 'Ali 'Abdelrazek, né il Corano né i detti del Profeta contengono la minima indicazione sui princìpi di governo: si sono serviti dell'ambiguità dell'espressione "successore del Profeta" per rivendicare il potere assoluto e mettere la religione sotto la ferula dello Stato. Il risultato è un modo di governare che si regge sulla corruzione, sulla repressione e sulla censura incarnata nella politica della scrittura. Finché lo Stato riesce nell'espletamento dei suoi compiti, il regime teocratico pare conforme all'ordine delle cose. Il suo fallimento non da luogo a una rivoluzione ma a un terrorismo che contesta la sua legittimità. In effetti, i terroristi della nostra epoca fondano la loro contestazione su un dogma di assassinio con cui si autorizzano a ergersi giudici in materia di fede religiosa, arrogandosi un sapere che il Corano riserva espressamente a Dio.