La partenza dei musicanti di Per O. Enquist edito da Feltrinelli

La partenza dei musicanti

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Alinei B.
Data di Pubblicazione:
19 dicembre 2007
EAN:

9788807720079

ISBN:

8807720078

Pagine:
283
Formato:
brossura
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Trama La partenza dei musicanti

Norrland 1903. Il delegato socialista di Stoccolma Johan Sanfrid Elmblad viene incaricato di far nascere il movimento operaio nell'estremo Nord della Svezia. Qui incontrerà gente incomprensibile per lingua, modi e mentalità, ostile e diffidente perché non comprende la necessità di organizzarsi, e tuttavia profondamente umana. Come Frans Nicanor Markström e la sua famiglia, vittime di una realtà di sfruttamento e oppressione, in preda a immobilismo e fatalismo, a certezze fondate su una cultura retrograda e bigotta. Sarà proprio Nicanor, ormai anziano nel 1973 allorché chiudono le grandi segherie, a raccontare al narratore le storie di tanti individui "mutilati e muti, ma in cammino". Ricorda i suoi genitori, agricoltori e boscaioli: Karl Valfrid e Josefina; lo zio Aron, poco dignitoso fratello di sua madre; i tre fratelli Anselm, Axel e Daniel; la sorellastra Eva-Liisa, sorta di creatura di un altro mondo. E ricorda i primi socialisti giunti nella regione di Skelleftea, con il loro messaggio di riscatto per una società barbara e puritana assieme. Tante, quasi tutte, le figure della sua infanzia sono finite male, ma una speranza resta per i sopravvissuti. Perché, come insegna la celebra favola dei musicanti di Brema, "c'è sempre qualcosa di meglio della morte".

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4 di 5 su 2 recensioni

Romanzo-veritàDi m. Christian-17 maggio 2012

Un romanzo cupo, che fa star male. La creazione del movimento operaio in Svezia e la vicenda dei Markstrom, accomunate dal legame con la giustizia e l'ingiustizia della esistenza. La spaventosa visione di arretratezza, religione e povertà della Svezia del nord di solo un secolo passato. Mi ha provocato uno strano effetto vedere che si trattava proprio dello stesso stato ora giudicato da noi europei del sud il paradiso del progresso.

La partenza dei musicantiDi O. Federico-6 agosto 2011

Mi ha ricordato alcuni romanzi di La Capria ambientati nella Napoli industriale, si parla qui più che di una sconfitta dell'operaio di fronte al progresso (ad un certo tipo di progresso), della nascita di una coscienza che l'operaio ancora non ha. Dal 1903 al 1972, Frans narra di sé, della sua famiglia e della vita nel nord della Svezia. Con tutti i personaggi che gli girano intorno: Karl Valfrid e Josefina, i suoi genitori; lo zio Aron, poco dignitoso fratello di sua madre; i tre fratelli Anselm, Axel e Daniel; la sorellastra Eva-Liisa, sorta di creatura di un altro mondo. E il delegato socialista di Stoccolma Johan Sanfrid Elmblad. Tante, quasi tutte, le figure della sua infanzia sono finite male, ma una speranza resta per i sopravvissuti. Perché, come insegna la celebra favola dei musicanti di Brema, "c'è sempre qualcosa di meglio della morte". Tuttavia, dette le cose positive, risulta alla fin fine un po' palloso, dove con difficoltà si passa da un capitolo all'altro, a volte perdendosi tra presente e passato. Tuttavia interessante come testimonianza di un certo tipo di cultura e, soprattutto, di scontro tra fede non illuminata ed illuminismo fideistico.