Paralleli e paradossi. Pensieri sulla musica, la politica e la società
- Editore:
Il Saggiatore
- Collana:
- La piccola cultura
- A cura di:
- A. Guzelimian
- Traduttore:
- Budinich P.
- Data di Pubblicazione:
- 22 gennaio 2015
- EAN:
9788842820796
- ISBN:
8842820792
- Pagine:
- 159
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Studi culturali (Cultural studies)
Descrizione Paralleli e paradossi. Pensieri sulla musica, la politica e la società
Anche la più ineffabile delle arti si vena di risonanze politiche quando a parlarne sono un intellettuale di origine palestinese e un figlio della diaspora ebraica. In questo libro, Edward Said e Daniel Barenboim usano la metafora della musica per confrontarsi sul significato civile dell'arte, sul valore formativo dell'ascolto dei grandi compositori, sulle difficoltà dell'interpretazione, sui parallelismi tra arte del suono e arte della parola. Dall'intreccio delle riflessioni prende forma una visione complessa dell'universo sonoro. Luogo irreale ed effimero che si anima per la breve durata delle note, la musica vive sospesa tra due dimensioni: soggetta alle regole della fisica, costruita su precisi rapporti matematici, è al tempo stesso capace di esprimere sentimenti e ideali con un'intensità che l'immagine e la parola raramente raggiungono. Il tentativo di venire a capo di questo paradosso è l'occasione per riflettere sul significato politico dell'opera di Beethoven, sulla lezione di Furtwängler, sul magistero professionale e umano di Toscanini, sulle difficoltà morali di un direttore d'orchestra ebreo innamorato di Wagner. E proprio la scelta di Barenboim di dirigere le opere wagneriane a Bayreuth, che fu tempio della musica ariana, diventa l'esempio concreto di come l'arte ha il potere di superare odi e divisioni, indicando ai popoli un futuro di convivenza possibile. Con uno scritto di Claudio Abbado.
Recensioni degli utenti
La coesistenza pacifica dei contrari.-16 settembre 2010
Simposio musical-cultural-politico tra Daniel Baremboi, Edward Said e Ara Guzelimian in cui la musica diventa cornice per un discorso storico-politico di inaudita profondità. Lo stile ha la leggerezza di un dialogo tra amici quasi a mo' dei trattati umanistico-rinascimentali in cui il confronto con l'altro è stimolo e arricchimento. In cui la prova della possibilità della pace medio-orientale è tangibile palpabile in un discorso di paralleli e paradossi che come nelle partiture contrappuntistiche di Bach o di Beethoven per approdare al Tristano e Isotta gli opposti coesistono in amene armonie. La musica quadratura del cerchi apre spiragli desueti cenacolo filosofico in cui si dimostra come la comprensione per altro passa per paralleli e paradossi ma come per la musica il dialogo nasce dall'ascolto dell'altro, un ascolto attento, silenzioso e partecipe dove alla fine le ragioni dell'altro coesistono con le proprie. Dove la dissonanza crea il movimento che si dispiega in armonia.