Il paradiso maoista di Philip K. Dick edito da Fanucci
Alta reperibilità

Il paradiso maoista

Editore:

Fanucci

Traduttore:
Costigliola G.
Data di Pubblicazione:
21 Febbraio 2007
EAN:

9788834712498

ISBN:

8834712498

Pagine:
368
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Trama Il paradiso maoista

Il primo romanzo inedito di Philip K. Dick, scritto a 24 anni: la lenta scoperta, da parte di tre americani nella Cina maoista, di come le loro vite siano in realtà vuote e colme d'angoscia. Scritto nel 1952 da Dick, che ha già conosciuto un discreto successo e visto pubblicati numerosi racconti di fantascienza, "Il paradiso maoista" è un vero e proprio romanzo mainstream, che descrive la claustrofobica vicenda di due uomini e una donna isolati dalla realtà e alienati uno dall'altro a causa dei loro passati. È il 1949 nella Cina postrivoluzionaria: Verne Tildon e la giovane Barbara Mahler sono costretti a mettere da parte il risentimento reciproco e il senso di frustrazione che provano a causa della loro passata relazione e impegnarsi nel lavoro che è stato loro assegnato, consegnare un'azienda americana al nuovo governo cinese. Tra di loro si insinua la presenza di Carl Fitter, poco più che un ragazzo, il quale si troverà inconsapevolmente coinvolto nelle tensioni in atto tra i due, diventando l'amante di Barbara che però non riesce a liberarsi dei ricordi. Un romanzo la cui ambientazione politica è lo sfondo per il reale tema trattato: la lenta, triste morte degli ideali d'amore.

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1 di 5 su 2 recensioni

Noioso come pochiDi H. Silvia-7 Maggio 2012

E' meglio dirlo subito: è monotono. Niente universi paralleli, niente verità alternative, niente ossessioni psichiatriche creative, niente presenti angoscianti. Ci sono tre tizi, due uomini e una donna che triangolano. Siamo negli anni cinquanta e faticano in un'azienda americana in Cina, per cui entro pochi giorni devono andarsene. Il racconto di questi pochi giorni prosegue fino a quando arriva il funzionario cinese a rilevare il tutto. E' tutto.

Il paradiso maoistaDi L. Silvia-16 Luglio 2011

Non sono mai riuscito a capire come il grnade autore avesse poruro scrivere una ciofeca del genere. L'ambientazione, con la innominata Compagnia che fugge dalla Cina conquistata da Mao lasciando tre suoi impiegati a passare le consegne ai comunisti, non sarebbe male; ma è chiaro che i caratteri dei protagonisti sono stati appena abbozzati, e il libro si perde in descrizioni inutili e soprattutto stantie, come le pagine e pagine dedicate a una vecchia amante di Verne che non ha alcuna parte nella trama. Anche l'epilogo, con il suo anticlimax, lascia l'amaro in bocca. La traduzione mi è parsa abbastanza piatta, ma immagino che la colpa sia più che altro del materiale originale. In definitiva, se ne può fare tranquillamente a meno.