I paesi lontani

Primo libro della trilogia che l'anziano Julien Green ha dedicato al Sud secessionista, è ambientato nel 1850. La sedicenne Elizabeth arriva dall'Inghilterra con la madre, viene accolta da un prozio, ricco proprietario in South Carolina, quindi si separa dalla madre e si immerge nelle complesse dinamiche di una famiglia troppo articolata. Bellissima e sensuale, Elizabeth è a contatto con troppi giovani, definiti genericamente "cugini", e arriva a coltivare un duplice legame insano che si conclude con un matrimonio affrettato e una strana gravidanza. Ma questi fatti, piuttosto banali, sono narrati con toni inquietanti. La maggioranza dei personaggi è agitata da turbamenti quasi mai chiariti, e le problematiche individuali si sovrappongono alle riflessioni dell'epoca sulla schiavitù dei neri e sull'emarginazione degli indiani d'America. Conosco piuttosto bene l'opera letteraria di Julien Green e, sinceramente, non ho mai capito perché abbia scritto questa saga del Sud. Le atmosfere sono perfette, la paesaggistica lascia senza fiato, anche la trama è attraente, ma come e perché l'autore abbia avuto l'ennesimo transfert (è il caso di dirlo) e ancora una volta in una giovanissima, mi crea qualche imbarazzo. Aveva più di 85 anni! E il bello è che ha piazzato anche gli altri due tomi.