Descrizione Al paese dei libri
Ma che idea, lasciare la California per un brumoso paesino della campagna gallese! Se non fosse che il paesino è Hay-on-Wye, "la Mecca dei bibliofili", dove c'è una libreria antiquaria ogni quaranta abitanti, e dove si celebra ogni anno uno dei più noti Festival della Letteratura - e se non fosse che il pellegrino è Paul Collins, instancabile e ardimentoso cacciatore di libri perduti e stravaganti. Ingaggiato nel 2000 da Richard Booth, il libraio che nel 1977 si proclamò Re del Principato Autonomo di Hay, Collins si è potuto dedicare per sei mesi alla sua attività preferita: frugare tra cataste di "libri effimeri che fin dall'inizio non erano destinati a durare", e tramandarci le loro storie. Ed ecco le ponderose raccolte di riviste obsolete, le memorie apocrife o anonime, gli autori che scrivono dall'aldilà, e le prime edizioni "grigie e pesanti come tombini". Mentre cerca casa, fantasticando di stabilirsi definitivamente in un grande "pub sconsacrato" del Seicento, il Sixpence House, Collins riesce anche a far domanda per un seggio alla Camera dei Lord (quella "specie di governo mediante copula. Una spermocrazia, se preferite"). Oltre che una incantevole tranche de vie, "Al paese dei libri" è una sorprendente meditazione sul valore dei libri nel tempo - e sulla volubile sbadataggine del passato, "l'unico paese dove è ancora lecito prendersi gioco degli indigeni".
Recensioni degli utenti
Lo sconsiglio-27 marzo 2012
Questo libro viene presentato nella seconda di copertina in modo decisamente accattivante ed è ambientato in un paesino inglese da cartolina, con una libreria antiquaria ogni quaranta abitanti. Ma è stato davvero una sorpresa in negativo, perchè la trama è esile, con un susseguirsi di affermazioni banali e il paese viene descritto come un enorme deposito di libri che vengono ammassate, dimenticate, distrutte. Collins, che pure ha fama di essere un bibliofilo, non riesce a trasmettere nessun interesse verso questo giacimento di libri. In compenso si dilunga in banalità e nelle descrizioni delle sue faccende familiari.
Al paese dei libri-5 agosto 2011
Qualità fondamentale, comune a tutti gli scrittori anglosassoni, è la lievità dello stile. Racconta una dose di fatti suoi - come d'altronde fara' poi con il libro sull'autismo di suo figlio - con candore, disincanto e ironica accettazione. Un uomo che umanamente stimo per le scelte, per il coraggio, per la curiosità. Questo libro, nello specifico, fa senz'altro venir voglia di visitare il Galles e parla sufficientemente male degli americani che quasi li rende simpatici. Non c'entra molto, ma la cadenza mi ha ricordato i libri di Chris Stewart - altro bell'esempio di ciuffo d'erba in cerca di prato in cui attecchire.
Gradevole-30 dicembre 2010
Da leggere per le atmosfere gradevoli, i dialoghi divertenti e brillanti, non certo per la trama coinvolgente o i colpi di scena. La trama infatti è molto semplice un americano si trasferisce in un pasino del Galles, paradiso per i maniaci dei libri... Un autore da tenere d'occhio.
Al paese dei libri-24 settembre 2010
Paul Collins. Un nome per me cosi anonimo, un titolo visto e rivisto, poche aspettative, ma anche questo mese, compro libri impulsivamente, con ferocia, e nella rete è cascato anche il signor Collins. Beh, sono stato fortunato. Non me lo meritavo, insomma, non sapevo nemmeno chi fosse 'sto Collins, e invece, incontro un autore di quelli belli, bravi, puliti, ariosi. Un autore di quelli dove lo stile è tutto, al di là della "storia". Collins potrebbe anche scrivere l'elenco telefonico e per il solo fatto di avere questo respiro narrativo balsamico, aperto, potente e liscissimo, riuscirebbe a farti appassionare anche sulle Yellow Pages...Mi è piaciuto un sacco, altrochè...Un signor scrittore, un libro particolare, non banale, una luce netta, tutta da leggere. Evviva gli acquisti impulsivi...
ma è un romanzo?-19 agosto 2010
pur essendo appassionata di libri e di "libri sui libri" questo ultimo di collins (che avevo invece apprezzato nelle sue prove precedenti) non mi ha appassionato. le descrizioni della vita di campagna e delle librerie antiquarie sono piuttosto scontate e lo stile è più consono a vanity fair che all'adelphi.
immersi nei libri-10 luglio 2010
"Hay-on-Wye", il paese dei libri. Ci vorrei andare davvero in questo paesino del Galles dove ci son piu' bibliioteche e librerie che ristoranti! magari fosse cosi' anche in Italia! Poco verosimile pero' la storia dei due protagonisti californiani impazziti per i libri e quasi disposti ad acquistare per una cifra assurda un tugurio cadente solo perche' attraente storicamente! non son mica cosi' stupidi gli americani, anche se si arrendono a riconoscoere le bellezze e la superiorita' della letteratura europea.