Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e altre raccolte. Catalogo della mostra (Cavallino, 25 novembre 2017-25 febbraio 2018). Ediz. a colori edito da De Luca Editori d'Arte
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Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e altre raccolte. Catalogo della mostra (Cavallino, 25 novembre 2017-25 febbraio 2018). Ediz. a colori

a cura di

F. Petrucci

Data di Pubblicazione:
17 gennaio 2018
EAN:

9788865573624

ISBN:

8865573627

Pagine:
128
Formato:
brossura
Argomenti:
Pittura e tecniche della pittura, Cataloghi di mostre e specifiche collezioni
Acquistabile con la

Descrizione Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e altre raccolte. Catalogo della mostra (Cavallino, 25 novembre 2017-25 febbraio 2018). Ediz. a colori

Il catalogo presenta un'accurata selezione di dipinti eseguiti da alcuni tra i massimi paesaggisti e vedutisti attivi in Italia tra XVII e metà XIX secolo, in buona parte inediti o poco noti, che illustrano paesaggi ideali, paesaggi naturali e vedute di città, tra località caratteristiche e piazze celebri. Il catalogo è incentrato sui principali centri del vedutismo legati al fenomeno del Grand Tour, cioè Roma e Venezia, ma sono presenti anche vedute di altre famose località connesse al viaggio in Italia, come Napoli, Palermo, Tivoli e Ariccia. I dipinti provengono in parte da collezioni pubbliche, come Palazzo Chigi in Ariccia, il Museo di Roma e l'Accademia Nazionale di San Luca, mentre un importante nucleo si trova in collezione privata inglese e molte opere sono esposte per la prima volta in Italia. Sono presenti opere di Agostino Tassi, Filippo Napoletano, Pietro da Cortona, Jean Lemaire, Gaspard Dughet, Pandolfo Reschi, Gaspare Van Wittel, Marco Ricci, Adrien Manglard, Antonio Canal detto "Canaletto", Michele Marieschi, Francesco Guardi, Ippolito Caffi e tanti altri, fornendo, anche attraverso l'attiva presenza di specialisti stranieri, un quadro ampio della pittura italiana di paesaggio e veduta fino alla metà del XIX secolo. Ideale e reale sono i termini entro cui si muove la pittura di paesaggio tra Seicento e Settecento, spesso visti dalla critica in opposizione, come se si trattasse di due filoni ben distinti e paralleli. In realtà una spinta fortemente idealizzante caratterizza tutta la pittura italiana in questi secoli, anche quando si tratta di scorci apparentemente coerenti con il vero. La pittura di veduta, cioè la rappresentazioni obiettiva di spazi urbani o urbanizzati, basata su una puntuale aderenza allo stato effettivo dei luoghi, che ha in Vanvitelli un precursore, dai due centri principali di irradiazione e propulsione ha conosciuto poi un'espansione internazionale. La veduta diventa "capriccio", cioè rimontaggio in contesti immaginari di architetture, ruderi o monumenti reali, seguendo spunti presenti nei dipinti di Lorrain, nell'opera di prospettici come Viviano Codazzi e poi nel '700 specialisti come Giovanni Paolo Panini.

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