L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani di Umberto Galimberti edito da Feltrinelli
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L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani

Editore:

Feltrinelli

Collana:
Serie bianca
Data di Pubblicazione:
1 dicembre 2008
EAN:

9788807171437

ISBN:

8807171430

Pagine:
180
Formato:
brossura
Argomenti:
Gruppi sociali in base all'età: adolescenti, Psicologia infantile e dell'età evolutiva
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani

Il nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti". Si è nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" o della violenza (gli stadi, le corse in moto). C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante?

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3 di 5 su 11 recensioni

Per prof e studenti delle scuole secondarieDi F. Francesco-28 febbraio 2012

Galimberti affronta un tema molto scottante, quello dei giovani degli anni zero. Facendo io parte di quei giovani ho apprezzato infinitamente questo saggio, che, andando oltre le solite analisi, banali o prettamente psicologiche, affronta il problema di una generazione alla deriva, dal punto di vista sociologico e psicologico. Unica pecca è la complessità intrinseca dello spiegare la filosofia a un pubblico medio che quindi non potrà fruire completamente. La scelta di scrivere per il grande pubblico fa collocare il libro in bilico fra "opera accademica" e "libro da bancone di centro commerciale" esponendolo alle critiche dell'ambiente universitario, per la troppa semplificazione, e a quelle del pubblico di massa per la troppa complessità.

L'ospite inquietanteDi V. Giacomo-16 maggio 2011

Una delusione, senza se e senza ma. Pasticcio di idee, poche e confuse. Diciamo che, dovendo trovare una categoria apposita per questo libro, perché qui Galimberti ha creato nel bene o nel male un nuovo genere-filone, direi "Filosofia appositamente trattata per non sfigurare nelle trasmissioni di Bonolis o per sostare inaperto sui comodini delle mamme più apprensive che conoscono Galimberti perché scrive sull'ultima pagina di D".

Il nichilismo odiernoDi P. Francesca-25 marzo 2011

Ho trovato questo libro bellissimo e ben fatto, tratta del nichilismo che colpisce soprattutto i giovani e come questo modifica poi le loro vite in tutti gli aspetti. Particolarmente interessante la parte relativa all'uso di droga e come questa sia ricollegata al nichilismo stesso! Un libro forte e incisivo, leggetelo!

L'insensatezza di essere giovaneDi M. Morena-8 dicembre 2010

Potente, come uno schiaffo a mano aperta che ti strappa un attimo di lucidità; solenne, come un libro di verità oggettive in cui c'è anche la tua. Galimberti racconta magistralmente i giovani ed il "lasciarsi vivere" che li avvolge e li scarnifica... Che CI avvolge e CI scarnifica.

Il nichilismo e i giovaniDi G. Daniele-2 dicembre 2010

Un saggio che rivela perfettamente l'attuale realtà giovanile, di adolescenti sempre più disumanizzati e desenzibilizzati, si rimane davvero sconcertati in particolar modo leggendo il capitolo sui "ragazzi del cavalcavia e l'insensatezza nichilista"

una realtà inquietanteDi m. sara-9 novembre 2010

Molti genitori commettono l'errore di giustificare sempre i propri figli e spesso non riescono a conoscerli per niente. Si trovano davanti quasi degli estranei senza nemmeno accorgersene. I giovani di oggi non sono consapevoli della grande fortuna che si ritrovano ad avere, una fortuna derivante dal benessere, un benessere arrivato dopo duri anni di sacrificio e di lotte sociali. I valori piano piano si perdono, vengono sostituiti da concetti frivoli o false idee. Oggi giorno ha più importanza la forma attraverso la quale ci si mostra all'altro piuttosto che la sostanza, l'essenza che uno ha in se e che lo distingue dalla massa. Gli imperativi quotidiani che asserviscono i giovani sono: essere alla moda, fare tendenza, essere diversi non è normale. Imperativi privi di valori, progetti per essere qualcuno nella società, ma pieni di apatia; perchè in realtà essere un gruppo di persone uguali porta alla totale apatia. Il significato stesso della parola uomo viene svuotato di ogni suo concetto. Si dice spesso che i giovani sono il futuro, ma se i giovani sono "più vecchi" dei loro stessi genitori, che futuro si potrà mai avere?!