Oro e piombo. Il mercato della grande guerra. Pubblicità, cinema, propaganda. 1914-1918
- Editore:
Rubbettino
- Collana:
- Storie
- Data di Pubblicazione:
- 7 novembre 2017
- EAN:
9788849851816
- ISBN:
8849851812
- Pagine:
- 263
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Prima Guerra Mondiale, Propaganda politica
Descrizione Oro e piombo. Il mercato della grande guerra. Pubblicità, cinema, propaganda. 1914-1918
Nella prima Guerra mondiale, la propaganda che aveva il compito di mobilitare le masse trasse spunto dalla pubblicità e la pubblicità sfruttò il conflitto per vendere al meglio le merci, diventando al contempo parte integrante della comunicazione bellica. In definitiva la pubblicità si trasformava in propaganda così come la propaganda utilizzava la pubblicità: un intreccio diabolico costruito per vendere sia le merci che la guerra. Incuranti del massacro, della violenza, dei sacrifici che milioni di uomini erano costretti a subire, le aziende del fronte interno sfruttavano l'evento per aumentare i loro profitti: il patriottismo degli affari non aveva alcun pudore. Lo Stato divenne onnipresente nella vita sociale, e il marketing patriottico collaborò traendo profitto dalla guerra delle immagini. E in questo tragico contesto che nasce la moderna fabbrica del consenso. "Oro e piombo", la storia del mercato nella prima Guerra mondiale. In quegli anni la propaganda aveva il compito di mobilitare le masse traendo spunto dalla pubblicità e la pubblicità sfruttò il conflitto per vendere al meglio le merci, diventando al contempo parte integrante della comunicazione bellica. In definitiva la pubblicità si trasformava in propaganda così come la propaganda utilizzava la pubblicità: un intreccio diabolico costruito per vendere sia le merci che la guerra. Incuranti del massacro, della violenza, dei sacrifici che milioni di uomini erano costretti a subire, le aziende del fronte interno sfruttavano l'evento per aumentare i loro profitti: il patriottismo degli affari non aveva alcun pudore. Lo Stato divenne onnipresente nella vita sociale, e il marketing patriottico collaborò traendo profitto dalla guerra delle immagini. Giuseppe Ghigi racconta del tragico contesto che diede vita alla moderna fabbrica del consenso.