L' orgia di Praga di Philip Roth edito da Einaudi

L' orgia di Praga

Editore:

Einaudi

Traduttore:
Mantovani V.
Data di Pubblicazione:
12 settembre 2006
EAN:

9788806158224

ISBN:

8806158228

Pagine:
82
Formato:
brossura
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Trama L' orgia di Praga

Sulle tracce del manoscritto inedito di un martire di lingua Yiddish, lo scrittore americano Nathan Zuckerman a metà degli anni Settanta si reca nella Praga dell'occupazione sovietica. Lì, in una nazione strangolata dal totalitarismo comunista, scopre una dimensione letteraria che non gli appartiene, segnata come dalla prevaricazione istituzionalizzata. E lì, fra gli scrittori oppressi insieme ai quali si trova ben presto invischiato in una serie di avventure bizzarre e struggenti, scopre anche una forma intrigante e perversa di eroismo. "L'orgia di Praga", che riproduce le pagine dei taccuini sui quali Zuckerman annota il suo soggiorno fra quegli artisti proscritti, funge da epilogo alla trilogia composta da "Lo scrittore fantasma", "Zuckerman scatenato" e "La lezione di anatomia", e appone un sigillo sensazionale all'intricata struttura dell'opera magna di Roth sulle conseguenze impreviste dell'arte.

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3 di 5 su 2 recensioni

L'orgia di PragaDi g. andrea-10 agosto 2011

Penultimo, e liberatorio, episodio della vita dell'alter ego dei Philip Roth, L'orgia di Praga è un racconto lungo più che un romanzo vero e proprio. E' anche una parte che perde un po' di significato se slegata dalle precedenti (Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato, La lezione di anatomia), quasi come fosse un'appendice e non un pezzo dello scheletro essenziale. Tutta centrata sul protagonista ormai un autore affermato che ha pure superato il blocco dello scrittore narrato nel terzo libro in ordine di pubblicazione e innegabilmente "rothiana" nei dialoghi e nell'ironia invadente e acre, l'opera si apre con l'incontro tra Zuckerman e uno scrittore ceco esule, Zdenek Sisovsky, che lo prega di andare a Praga per recuperare dall'agguerrita e incattivita ex moglie un manoscritto yiddish il cui autore è il padre dello stesso Sisovsky. La Cecoslovacchia della metà degli anni '70 è ovviamente sotto il dominio e il giogo dell'Unione Sovietica, in una condizione di totale sudditanza reale e ideologica. In poche decine di pagine, Roth intreccia una discreta quantità di personaggi, tutti come sempre argutamente tratteggiati, messi a nudo nelle loro debolezze, stravaganze, follie, pateticità. La volgarità che alcuni lettori vi possono rinvenire (Roth non è uno scrittore da educande, lo ricordiamo, astengansi ex alunnie delle Orsoline et similia) non è mai fine a se stessa, è sempre funzionale alla narrazione e alla veicolazione delle particolari idee di Roth su scrittura e creatività, ebraismo, società americana, modernizzazione. Al momento in cui venne pubblicato, nel 1985, dovette senz'altro sembrare simile a un reportage da oltre cortina, quella impenetrabile e rigida Cortina di Ferro che negli anni reaganiani era ancora vista come il fumo negli occhi. Letto adesso, questo romanzo ha quasi un sapore nostalgico, come certe opere di Kundera. Il soggiorno di Zuckerman a Praga è una specie di sfilata carnevalesca triste e grottesca, una parata di maschere amare e disperate, ironiche ma avvilite e svilite. Roth lo racconta con quella maestria e quella tagliente attenzione per i particolari che lo hanno reso quel meraviglioso scrittore che tutto il mondo conosce, con quello sguardo smagato eppure disperatamente empatico, col suo sorriso cinico ma accorato.

L'orgia di PragaDi M. Giuseppe-9 luglio 2010

Zuckerman va a Praga per recuperare dei racconti. Tutto qui, vale come pensierino accurato, circa 60 pagine di buon affresco dell’occupazione sovietica in cecoslovacchia e degli effetti sugli scrittori, ma come epilogo per la trilogia vale ben poco, Zuckerman è praticamente assente.