Oltre Babilonia di Igiaba Scego edito da Donzelli

Oltre Babilonia

Editore:

Donzelli

Collana:
Mele
Data di Pubblicazione:
6 agosto 2008
EAN:

9788860362629

ISBN:

8860362628

Pagine:
459
Formato:
brossura
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Trama Oltre Babilonia

Zuhra vive a Roma, fa la commessa in una mega libreria e parla romanesco. Ma la lingua a tratti s'inceppa, perché la sua radice è somala e la sua pelle è nera. Anche Mar è romana e nera, di madre argentina e padre somalo. Non si conoscono, ma entrambe partono per Tunisi a imparare l'arabo, lingua delle origini. Si avvia così una storia vorticosa in cui si mescolano linguaggi, epoche, suggestioni di tre paesi, Italia, Somalia e Argentina. Dalla Roma multietnica di oggi alla Buenos Aires anni settanta, dalla Mogadiscio tumultuosa degli ultimi vent'anni a quella dell'epoca coloniale e dell'indipendenza. A dipanarsi in questi luoghi è il filo di un racconto che passa di bocca in bocca: da Zuhra a Mar, da Maryam a Miranda, le loro madri, e a Elias, il padre di cui niente sanno e che le ha rese a loro insaputa sorelle. Un coro di voci che pagina dopo pagina invita a scoprire se Zuhra ritroverà i colori che non vede più da quando era bambina, se Maryam riuscirà a incidere su quel vecchio registratore le gioie e i rimpianti del suo amore perduto, se Elias saprà spiegare la sua smania di infondere l'Africa nelle stoffe e negli abiti che ne fanno uno stilista di grido. E poi Howa, Bushra, Majid, la Flaca e i cento personaggi che popolano questa Babilonia del terzo millennio.

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4 di 5 su 1 recensione

Oltre BabiloniaDi p. raffaele-6 aprile 2011

Sì, c'è qualche spunto molto interessante, ma nel complesso non decolla. La lingua che la Scego sceglie però per la sua narrazione è proprio l'italiano, seclta credo non solo perchè la sente come sua propria lingua, ma anche come una sorta di lingua del colonizzatore e che quindi crea un ponte tra il passato ed il presente. L'italiano è utilizzato con estrema destrezza e precisione (come molti giovani scrittori italiani non sanno fare) anche quando viene "imbastardita" da quel linguaggio parlato ormai così diffuso soprattutto a Roma. La Scego dimostra anche grande conoscenza dei fatti storici non solo della sua terra madre (la Somalia) ma anche dell'Argentina e dell'Italia. Nella sua narrazione realizza inoltre una sorta di parallelismo tra la Somalia dall'occupazione in poi, attraversata quindi dalle disastrose guerre che l'hanno caratterizzata e la caratterizzano con riferimenti a fatti anche recenti come la morte di Ilaria Alpi che viene presentato come un dolore inflitto anche alla comunità somala e che è un omaggio ed un ricordo alla giornalista, al suo lavoro e a Rovatin che con lei si trovava, e l'Argentina del golpe e del dramma dei desaparecido. Narrazione a più voci, che rimbalza e si muove tra madri e figlie ed un padre. Storie che nascono lontano, in Somalia ed in Argentina, per fiorire e forse rinvigorirsi altrove. Uno dei temi cardine della narrazione è la difficoltà di misurarsi con la realtà, di integrarsi senza perdere le proprie radici e la propria identità, ed anche la difficoltà di accettarsi per come si è. Lo smarrimento e la perdita di identità che si genera quando si è costretti a partire dal proprio paese, arrivare in un altro e ricominciare a vivere seguendo un uovo metro, e di come può essere difficile trovare questo nuovo metro, e di come ci si può perdere nelle strade della vita, o in un bicchiere di grappa o di vino, se la distanza tra quello che ci si aspettava e quello che effettivaente si trova è troppa.