Tra di noi una vita intera

In “Tra di noi una vita intera” un filo indissolubile tiene legate tre donne. Melanie Levensohn sceglie infatti di collegare le vite di tre figure femminili collocandole in circa sessant’anni di storia e attraversando il Novecento con le sue tragiche vicende. Judith è la donna che tesserà le fila della storia, ovvero una ragazza ebrea che nella Parigi del 1940, occupata dai nazisti, vive in clandestinità, costretta a nascondersi da tutti, insieme al fidanzato Christian. Un giorno però i nazisti scoprono il loro nascondiglio e Judith viene deportata. Quarant’anni dopo, a Montreal, Jacobina assiste il padre al capezzale nelle ore che precedono la morte. L’uomo, con cui la donna non ha mai avuto un buon rapporto, le fa promettere una cosa: deve cercare Judith, la sua sorellastra. Jacobina non sapeva di avere una sorella e nemmeno che il padre, prima di trasferirsi in Romania, fosse sposato in Francia. Una nuova vita, di cui lei non è mai stata a conoscenza emerge e si infrange fortissima tra le onde dell’esistenza di Jacobina. Molti anni dopo, Jacobina non è ancora riuscita a scoprire nulla della sorellastra. A Parigi ci è andata per scoprire la verità e lì è rimasta per molti anni fino ad arrivare in un centro anziani. Adesso che Jacobina è tornata negli Stati Uniti, la voglia di ritrovare la sorella mai conosciuta si risveglia quando, a farle da assistente volontaria, arriva Beatrice, parigina, assunta alla Banca Mondiale, e dedita alla cura degli altri. Jacobina chiede subito a Beatrice di aiutarla: lei è la sua ultima chance per ritrovare quella sorella e per mantenere la promessa fatta a suo padre in punto di morte. “Tra di noi una vita intera” inizia con un tuffo nel passato per poi ricercare la propria identità.