Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire di Valerio Magrelli edito da Laterza

Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire

Editore:

Laterza

Data di Pubblicazione:
14 gennaio 2010
EAN:

9788842081241

ISBN:

8842081248

Formato:
brossura
Argomento:
Letteratura, storia e critica: poesia e poeti
Acquistabile con la

Descrizione Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire

Perché, prima d'essere uccisa dal compagno (il cantante del gruppo rock francese Noir Désir), l'attrice Marie Trintignant invia alla propria madre un sms con l'inizio di Recueillement? Perché, prima di cadere in un'imboscata nazista, Jean Prévost riscrive lo stesso sonetto di Baudelaire in un nuovo metro? Perché Georges Perec lo traduce in una lingua priva della lettera 'e', scegliendolo tra i pochi testi sopravvissuti a un'amputazione causata dalla Shoah? Perché Ferdinand Céline e Samuel Beckett sentono il bisogno di citarlo in due loro capolavori? Perché, malgrado disprezzi alcuni dei suoi versi, Paul Valéry ne addita altri come supremo esempio di poesia? Perché la medesima lirica compare sotto la penna di Henri Michaux, Colette o Raymond Queneau, fino a balenare in Lolita di Vladimir Nabokov? Perché infine, in una scena del romanzo di Michel Houellebecq Le Particules élémentaires, uno studente della banlieue parigina scorge nelle sue strofe 'il principio di morte'? Valerio Magrelli indaga sapientemente l'inedita diffusione e attrattiva di una poesia, i cui versi hanno formato generazioni di francesi e si è trasfusa nelle loro vite, quasi fosse sostanza solubile che lentamente rilascia le sue proprietà.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 25.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
2 di 5 su 2 recensioni

Una pasticca troppo solubileDi s. gino-19 luglio 2010

Da lettore fiducioso nei titoli, pensavo di trovare in questo libro dieci “riscritture” o, addirittura, come è detto nella "Premessa", dieci “reincarnazioni” del sonetto baudelairiano "Recueillement", Fiducia, ahimè, delusa perché tolta la riscrittura lipogrammatica di G. Perec, e tolta la trsansmetrizzazione operata da J. Prèvost, resta ben poca cosa. Del che è consapevole l’autore stesso, che dopo aver promesso scoperte epocali, finisce col parlare, a proposito dell’influsso esercitato dai versi baudelairiani sulle opere di scrittori quali Michaux, Céline, Colette, Nabokov , Beckett, Queneau, Houellebecq, di “echi”, di “spie labili”, di “riferimenti esili”, di parallelismi “minimi e circoscritti”. A rivelare questa “forzata” modestia è il mutamento di tono: via via che il libro si dipana non più dichiarazioni perentorie ma affermazioni cautelose che fanno apparire il Magrelli afflitto da una sorta di sindrome attenuativa tanto è grande l’uso che egli fa di condizionali, di dichiarazioni reticenti come: “Non sembra azzardato suggerire”,“Non pare eccessivo definire”, “Senza forzare l'interpretazione, potremmo ritrovare in...”, “Questo brano sembra riprendere la struttura di…” “Pare oggettivamente consentito annoverare…”… ”A costo di forzare la lettura sembra possibile stabilire un parallelo fra…” ecc. Reticenze e cautele imposte dalla oggettiva “povertà” degli accostamenti possibili. Velocemente esemplificando diremo che del "Repos dans le Malheur" di Michaux si dice che “sembra riprendere la struttura, l'assetto, le componenti stesse di ‘Recueillement’", ma subito dopo si aggiunge che si tratta di “accostamento affatto congetturale”; di Colette si cita un brano di "Noces" in cui la scrittrice, cedendo al suo amore dei calembours, dà una versione ironico-sarcastica di un verso di "Recueillement” trasformando la dolce “Sera” del sonetto nel titolo di un giornale: “Le soir” Di Nabokov, si dice che in "Lolita" l'esortazione del professore di francese all'amata Dolores: «Fa' la brava, Dolores» riecheggia il baudelairiano «Sois sage, ô ma Douleur»...”. Quanto a Beckett viene riconosciuta l’azione che i versi del sonetto baudelairiano esercitano su "Fin de partie" e se ne dà come prova il "mouchoir" col quale Hamm si copre il viso, estrema metamorfosi del “linceul” (sudario) con cui la “Notte incede negli ultimi due versi di Baudelaire”. Per la raccolta “Fendre les flots” di Queneau si propone un accostamento, anche se riconosciuto “minimo e circoscritto”, fra il verbo “raccogliere” presente in una quartina e il sostantivo “recueillement” del sonetto. Della versione lipogrammatica di Perec si afferma solo che essa fa apparire il sonetto baudelairiano “uguale ma diverso, sfigurato e insieme riconfigurato”. Restano infine il romanzo “Les particules élémentaires” di Houellebecq, “Mort à crédit” e “Voyage au bout de la nuit” di Céline. Nel primo romanzo un professore legge in classe “Recueillement” e si ferma una volta giunto all’enjambement del nono verso. Tale pausa improvvisa provocherà la reazione di uno studente che accusa il professore “di avere in testa il principio di morte”. Fondandosi su questa presa di posizione dello studente, che coglie “l'essenza funeraria” del sonetto, Magrelli concluderà dicendo che “non pare eccessivo definire "Recueillement" come una poesia sulla morte”. “Mort à crédit”, a sua volta, offre l’occasione per rilevare una somiglianza fra questa riflessione di Céline sull’invecchiamento di Parigi,: «è una rottura di scatole invecchiare, vedere cambiare le case, i numeri, i tram e le pettinature della gente”, e i versi di “Le Cygne”:: “..….la forme d'une ville / Change plus vite, hélas! que le cœur d'un mortel. Stesso accostamento viene fatto fra il sarcastico invito [“viens!”] rivolto da una bouquiniste al marito perché si sbrighi a chiuder bottega e i versi. “ma Douleur, donne-moi la main; viens par ici” Rimarrebbero altre osservazioni, da fare ma credo bastino questi “vertiginosi” accostamenti per dare un’idea del libro (Gino Spadon)

Un elefante al microscopio non assomiglia a nullaDi s. gino-17 luglio 2010

Da lettore fiducioso nei titoli dei libri, pensavo di trovare qui dieci “riscritture”o, addirittura, come è detto nella "Premessa", dieci “reincarnazioni” del sonetto baudelairiano "Recueillement", Fiducia, ahimé, delusa perché tolta la riscrittura lipogrammatica di G. Perec, e tolta la trsansmetrizzazione operata da J. Prèvost, resta ben poca cosa. Del che è consapevole l’autore stesso, che dopo aver promesso scoperte epocali, finisce col parlare, a proposito, dell’influsso dei versi baudelairiani sugli autori da lui scelti, di “echi”, di “spie labili”, di “riferimenti esili”, di parallelismi “minimi e circoscritti”. A rivelare questa “forzata” è il mutamento di tono:non più dichiarazioni perentorie ma affermazioni cautelose che fanno apparire il Magrelli afflitto da una sorta di sindrome attenuativa tanto è grande l’uso che egli fa di condizionali, di dichiarazioni reticenti come: “Non sembra azzardato suggerire”,“Non pare eccessivo definire”, “Senza forzare l'interpretazione, potremmo ritrovare in...”, “Questo brano sembra riprendere la struttura di…” “Pare oggettivamente consentito annoverare…”… ”A costo di forzare la lettura sembra possibile stabilire un parallelo fra…” ecc. Reticenze e cautele imposte dalla “povertà” degli accostamenti possibili. Velocemente esemplificando diremo che del "Repos dans le Malheur" di Michaux si dice che “sembra riprendere la struttura, l'assetto, le componenti stesse di "Recueillement", ma subito dopo si aggiunge che si tratta di “accostamento affatto congetturale”; di Colette si cita un brano di "Noces" in cui la scrittrice, cedendo al suo amore dei calembours, dà una versione ironico-sarcastica di un verso di "Recueillement! trasformando la “Sera” del sonetto in “Le soir” titolo di un giornale. Di Nabokov, si dice che in "Lolita" l'esortazione dal professore di francese all'amata Dolores: «Fa' la brava, Dolores» riecheggia il baudelairiano «Sois sage, ô ma Douleur»...”. Quanto a Beckett viene riconosciuta l’azione che i versi del sonetto baudelairiano esercitano su "Fin de partie" e se ne dà come prova il "mouchoir" col quale Hamm si copre il viso, estrema metamorfosi del “linceul” (sudario) con cui la Notte incede negli ultimi due versi di Baudelaire”. Per la raccolta “Fendre les flots” di Queneau si propone un accostamento, anche se riconosciuto “minimo e circoscritto”, fra il verbo “raccogliere” presente in una quartina e il sostantivo “recueillement” del sonetto. Della versione lipogrammatica di Perec si afferma solo che essa fa apparire il sonetto baudelairiano “uguale ma diverso, sfigurato e in¬sieme riconfigurato”. Restano infine il romanzo “Les pariicules élémentaires” di Houellebecq, “Mort à crédit” e “Voyage au bout de la nuit” di Céline. Nel primo romanzo un professore legge in classe “Recueillement” e si ferma una volta giunto all’enjambement del nono verso. Tale pausa improvvisa provocherà la reazione di uno studente che accusa il professore “di avere in testa il principio di morte”. Fondandosi su questa presa di posizione dello studente, che coglie “l'essenza funeraria” del sonetto, Magrelli concluderà dicendo che “non pare eccessivo definire "Recueillement" come una poesia sulla morte”. “Mort à crédit”, a sua volta, offre l’occasione per rilevare una somiglianza fra questa riflessione sull’invecchiamento di Parigi,: «è una rottura di scatole invecchiare, vedere cambiare le case, i numeri, i tram e le pettinature della gente”, e i versi di “Le Cygne”:: “..….la forme d'une ville / Change plus vite, hélas! que le cœur d'un mortel. Stesso accostamento viene fatto fra il sarcastico invito [“viens!”] rivolto da una bouquiniste al marito perché si sbrighi a chiuder bottega e i versi. “ma Douleur, donne-moi la main; viens par ici” Rimarrebbero altre osservazioni, da fare ma credo bastino questi “vertiginosi” accostamenti per dare un’idea del libro (Gino Spadon)