Il neofascismo in Umbria 1969-1975. La commissione d'inchiesta della Regione
- Editore:
Marsilio
- Collana:
- Ricerche
- Data di Pubblicazione:
- 23 gennaio 2020
- EAN:
9788829703869
- ISBN:
8829703869
- Pagine:
- 248
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Storia d'Italia, Storia postbellica del 20. Secolo: dal 1945 al 2000
Libro Il neofascismo in Umbria 1969-1975. La commissione d'inchiesta della Regione di Valerio Marinelli
Trama libro
Tra il 1969 e il 1975, il neofascismo italiano si presenta in forme particolarmente aggressive: stragismo, golpismo, terrorismo e violenza politica mettono in tensione il paese e le sue istituzioni democratiche. In Umbria, il neofascismo non procura morti; si esprime perlopiù nelle piazze, nelle strade, nelle scuole, all'università. Accanto ad attività politico-culturali di vario genere, manifesta la propria carica eversiva e la propria anima violenta attraverso intimidazioni, provocazioni, scontri con gli avversari della sinistra e con i tutori dell'ordine, attacchi a esponenti politici, a sedi sindacali e di partito, a simboli della Resistenza e della cultura costituzionale. Sebbene all'interno del quadro nazionale possa apparire una realtà marginale, il neofascismo umbro - soprattutto quello perugino - sviluppa nel tempo dei tratti che lo qualificano come un fenomeno tutt'altro che irrilevante. Lo scopo del volume non è solo descrivere la complessità e la parabola della "galassia nera" locale, bensì porre in luce le ragioni e le modalità di intervento che hanno contrassegnato il contributo delle Regioni alla lotta antifascista dello Stato. Ideate nella cornice delle celebrazioni per il trentennale della Liberazione e costituitesi in termini operativi all'indomani della strage di Brescia, le Commissioni regionali d'inchiesta si intestano il compito di analizzare e valutare le insorgenze neofasciste a carattere locale. Il loro lavoro si concluderà alla fine della primavera 1975. Per la quantità e la qualità dei dati reperiti e del materiale prodotto, la Commissione d'inchiesta promossa dal Consiglio regionale dell'Umbria rappresenta senza dubbio un valido caso di studio.