Trama La morte corre sul fiume
Anche in assenza di precise notizie, non è difficile immaginare che nella sua carriera di pubblicitario Davis Grubb mai aveva lanciato un prodotto con un accorgimento efficace come quello con cui nel 1953, al suo esordio, presentò Harry Powell alias II Pastore, cioè lo psicopatico più seducente e abominevole che si ricordi: quattro lettere tatuate sulle dita della mano sinistra ("Hate") e quattro su quelle della destra ("Love"). Il resto - e si intende la costruzione di un gotico tutto americano, dove le luci dell'espressionismo proiettano lunghe ombre sul paesaggio spettrale del Midwest - lo ha fatto il film diretto l'anno dopo da Charles Laughton e interpretato da Robert Mitchum: ogni scena sembra girata per imprimersi, come in effetti è avvenuto, nella memoria. Tanto più sorprendente sarà allora tornare al testo d'origine: la storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono (e che ruotano intorno a un bottino di cui solo i ragazzini nelle mani del Pastore conoscono il nascondiglio), è un'omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto.
Recensioni degli utenti
Grande thriller-22 aprile 2012
Dei protagonisti indimenticabili dotati di una forza e di una personalità mozzafiato. Una scrittura fluida, magnetica che riesce a mostrarti le immagini che nascono via via lungo il percorso della storia. Non scorderò mai John un bambino dalla forza morale di un adulto e anche il suo mortale nemico il predicatore Harry Powell che sulle falangi della mano sinistra ha inciso la parola "hate" e su quelle della destra "love". Un "mostro" gelido, cinico, l'incarnazione del Male assoluto che ovviamente si proporrà come lupo travestito da agnello.
racconto fiabesco noir-6 luglio 2010
Il personaggio che spicca maggiormente è quello del pastore Harry Powell,e l'inquietudine sale man mano che si legge la descrizione che l'autore ne fa, ma che dire della forza d'animo dei due ragazzini? Ambientato nel periodo della grande depressione questo racconto è una fiaba: bambini, orco e lieto fine che non dimentica le prove che bisogna superare per diventare grandi.