La morsa. Le vere ragioni della crisi mondiale
- Editore:
Chiarelettere
- Collana:
- Reverse
- Data di Pubblicazione:
- 23 aprile 2009
- EAN:
9788861900790
- ISBN:
8861900798
- Pagine:
- 186
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Finanza internazionale, Relazioni internazionali
Descrizione La morsa. Le vere ragioni della crisi mondiale
La compravendita del rischio, come se il rischio fosse un bene economico da vendere e da comprare. Un patrimonio di anni buttato via. Cifre da capogiro. Ma invece di azzerare il rischio, i governi lo spostano dal settore privato a quello pubblico, caricandolo sulle nostre spalle. Ancora una volta la verità ci viene negata. E siamo ingannati: come è successo per la guerra al terrorismo che ha alimentato le nostre paure e dissanguato le casse degli Stati Uniti, mentre la finanza islamica è ben florida e aiuta il diffondersi del fondamentalismo sulle macerie dell'impero comunista. La crisi economica è l'effetto dell'11 settembre e delle guerre che ne sono seguite. Inutili. Nessuno ha il coraggio di dirlo. Ma è a tutti chiaro che niente sarà come prima. Non è la fine del mondo, ma di un mondo. Malgrado tutto, possiamo esercitarci a immaginare un altro futuro. Più nostro.
Recensioni degli utenti
Per capire la profonda crisi-12 maggio 2012
Davvero un bel saggio, da leggere, che ripercorre i : che rapporto c'è infatti tra la politica del terrore terrorismo e la politica della crisi che ci ha immiserito ? Il libro, senza orpelli, ci fornisce alcune risposte ed mette il luce alcuni interrogativi sicuramente inediti, ma verosimili e fortemente interessanti.
La morsa. Le vere ragioni della crisi mondiale-16 luglio 2011
L'autrice dai primi anni 90 si occupa di economia, e in particolare di finanza islamica. In pratica, da un lato la finanza islamica era già nata con la crisi del sudest asiatico negli anni '90, specialmente in Malesia; la politica di indebitamento USA verso l'estero e il Patriot Act del 2003 l'hanno rafforzata e hanno creato una nuova fonte di guadagno per gli estremisti islamici che fino al 2001 erano in difficoltà economiche; le economie dei cosiddetti "stati-guscio" nelle zone di guerra e il riciclaggio del denaro sporco ora non più fatto negli USA hanno portato centinaia di milioni di euro nelle casse di questi gruppi. Dal punto di vista occidentale, la Gran Bretagna e soprattutto Londra erano diventate il vero paradiso fiscale per i nuovi arricchiti, e le "città nel deserto" Dubai e Las Vegas erano i simboli dell'economia farlocca degli ultimi dieci anni: nemmeno capitalista, secondo l'autrice, proprio perché basata sulla carta e non sul confronto tra le classi sociali. Il sistema finanziario attuale è così marcio che tanto vale nazionalizzare tutto senza aver paura di sembrare socialisti, buttare via tutto quello che non serve e ricominciare da capo, tornando a privatizzare tra qualche lustro. Le tesi del libro sono molto interessanti e sicuramente non possono essere scartate come mattane o stupidaggini; la sensazione però che ho avuto è che la "morsa" del titolo sia uscita male. Le due parti su terrorismo e finanza islamica da un lato, e politica economica USA dall'altro mi sembrano poco correlate tra loro, un po' come se il libro fosse composto da due saggi separati ma impaginati insieme.