Moonraker di Ian Fleming edito da Guanda

Moonraker

Editore:

Guanda

Traduttore:
Bocchiola M.
Data di Pubblicazione:
2005
EAN:

9788882468040

ISBN:

8882468046

Pagine:
250
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Trama Moonraker

Hugo Drax è noto per essere un magnate leggendario, ma dietro la facciata affabile nasconde assai bene un passato criminale, così come coltiva in segreto un folle sogno: costruire un'arma micidiale in grado di spazzare via un'intera città per arrivare poi al progressivo annientamento della razza umana. E il suo piano sembra procedere senza intoppi, finché un giorno al tavolo da gioco del più esclusivo club di Londra, gli capita di attirare involontariamente l'attenzione di James Bond. Perché, si chiede l'agente segreto, un uomo ricco come Drax ha bisogno di barare? Che cosa significa un simile comportamento? Per rispondere Bond si troverà al centro del più spaventoso incubo di distruzione totale.

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4 di 5 su 1 recensione

Bridge e missili letaliDi s. gianfranco-8 Maggio 2011

A cinquant'anni dall'esordio cinematografico ("Doctor no", 1962) l'astro di 007 è molto appannato. E, almeno in Italia, anche le fortune letterarie del personaggio sembrano sbiadite, dopo che, negli anni d'oro della bondite, la Garzanti ha venduto cataste di romanzi di Ian Fleming (1904-1964). Eppure, sarebbe sbagliato pensare che il successo dei libri sia legato a quello dei film: nel mondo anglosassone lo scrittore era apprezzato anche prima dell'avvento di Sean Connery/James Bond (il presidente Kennedy ne era fan entusiasta). Il perché lo si può capire leggendo le riedizioni Guanda delle avventure del più celebrato (e forse travisato) agente segreto della storia. Intanto, si scopre che l'edizione Garzanti potava i testi di ciò che si riteneva ininfluente ai fini dell'avventura e anche dei, modesti, accenni al sesso. Un editing peraltro comune di quali e quanti scempi è responsabile la Mondadori! In anni in cui non si aveva rispetto della letteratura considerata di consumo. Se l'operazione è sempre discutibile, in questo caso è più che mai sbagliata, perché Fleming scriveva bene. Come dimostra questo "Moonraker", presentato dalla Garzanti col ridicolo titolo "Il grande slam della morte". Terzo episodio della saga di 007 pubblicato originariamente nel 1955, il romanzo trascura gli scenari esotici e si svolge interamente in Inghilterra. Bond - che tra l'altro va in missione solo in casi eccezionali - fa la normale vita di funzionario dello stato. Capita però che M. gli chieda un favore: si sospetta che un membro del suo club, Hugo Drax eroe di guerra e milionario fattosi da sé, in procinto di donare all'Inghilterra un sofisticatissimo missile che quest'uomo celebre ammirato e stimato, bari mentre gioca a bridge. Vorrebbe Bond verificare se è così e al caso fare in modo che non ne derivi uno scandalo? Nel corso di un'indimenticabile partita 007 ha la certezza che Drax bari e gli infligge, barando a sua volta, una memorabile lezione. L'incidente sembrerebbe chiuso, ma resta un dubbio: perché un simile uomo prova l'impulso di fregare il prossimo? Ne consegue una storia avvincente, che riserva parecchie sorprese. Se l'orizzonte etico-politico dello scrittore inglese è sin troppo lineare (anticomunismo integrale e sciovinismo nei riguardi della patria, intesa come luogo di delizie persino culinarie! E summa della civiltà umana), i suoi personaggi sono complessi e ricchi di motivazioni. A partire da Bond, tutt'altro che un cinico avventuriero sempre pronto a giocarsi la pelle. Un duro, certo, consapevole della spietatezza del gioco in cui è immerso, ma non si fa alcuna illusione: sa che difficilmente arriverà ai quarantacinque anni. Nel frattempo, cerca di vivere meglio che può (ecco il perché dei martini con la vodka, i manicaretti, gli abiti di sartoria e le belle donne). Ma lo sguardo di Fleming è più descrittivo che complice. Il complesso rapporto che lega autore a personaggio credo nasca dal fatto che Fleming ha praticato il mondo delle spie durante la seconda guerra mondiale. Sa dunque di che sta parlando. E sa anche come avvincerci. Il che è poi ciò che al lettore preme.