I monaci benedettini e la loro attività agricola in Saccisica
- Editore:
CLEUP
- Data di Pubblicazione:
- 2010
- EAN:
9788861295476
- ISBN:
8861295479
- Pagine:
- 100
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Comunità e monachesimo cristiano
Descrizione I monaci benedettini e la loro attività agricola in Saccisica
La prima testimonianza sulla presenza di possedimenti benedettini in Saccisica risale all’11 giugno dell’anno 781, quando l’abate di Sesto al Reghena ottenne da Carlo Magno il rinnovo della concessione dell’uso dei beni del fisco regio, già attribuiti nel 762, alla medesima abbazia, dal re longobardo Adelchi.
A partire soprattutto dall’XI secolo si fece impetuosa in Saccisica l’espansione fondiaria dei monasteri. L’abazia di S,Giustina ricevette in dono dal vescovo Olderico il 30 marzo del 1076 quasi metà del territorio di Legnaro con la palude “Memora”, includente una buona parte dei terreni che saranno pochi decenni dopo sottoposti a un robusto intervento di bonifica. La corte di Correzzola aveva un territorio di 12.649 campi suddiviso in cinque gastaldie. Questa corte era considerata “quella dove il monastero ha tutto il nervo di entrade. Ochio dretto o core de questo corpo”.
I cellerari e i commessi di S. Giustina seppero condividere le fatiche e i dolori quotidiani dei contadini assumendo nei loro riguardi quell’atteggiamento di benevolenza e di sano paternalismo di cui è intrisa la stessa Regola Benedettina.
L’imponente abbazia e la grandiosa basilica rinascimentale di S. Giustina, come pure i grandiosi e armoniosi cenobi veneziani di S. Giorgio Maggiore e S. Nicolò del Lido non sarebbero stati realizzati se i monaci non avessero proficuamente investito le eccedenze dei redditi dominicali per abbellire le loro dimore considerate a pieno titolo come casa di Dio, di quel Dio che essi avevano scelto come loro re e salvatore entrando in monastero.