Mirador. Irène Némirovsky mia madre di Élisabeth Gille edito da Fazi
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Mirador. Irène Némirovsky mia madre

Editore:

Fazi

Collana:
Le strade
A cura di:
C. Bigliosi
Traduttore:
Ferrara M.
Data di Pubblicazione:
25 agosto 2011
EAN:

9788864112015

ISBN:

8864112014

Pagine:
359
Formato:
rilegato
Argomento:
Letteratura, storia e critica: letteratura dal 1900
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Descrizione Mirador. Irène Némirovsky mia madre

La raffinata delicatezza di una scrittrice degli anni trenta rivive in Mirador. Irene Nemirovsky mia madre, un ritratto bellissimo di Elisabeth Gill. Attraverso le parole e la voce della figlia, spezzata dal dolore o esaltata dalla sublime volontà di raccontare la grandezza materna, Irene rivive in queste pagine. In una sorta di specchio letterario figlia e madre sono l’una nell’altra, e il loro rapporto tormentato, molto vissuto è il legame del racconto di una scrittrice scoperta in Italia solo da pochi anni. Autrice di capolavori come Suite francese o Il signore delle anime, la Nemirovsky ripercorre la sua esistenza: i primi anni in una Russia innevata, solitaria, ricca però di matrici e innovazioni letterarie, dove le sue prime ispirazioni traggono linfa vitale. La Rivoluzione d’Ottobre scombina però tutte le carte e Irene è costretta così a lasciare l’amata San Pietroburgo per approdare in Francia. Nella capitale francese, tra i suoi caffè e le sue vie, circondata da poeti ed artisti, la scrittrice trova il territorio fertile per iniziare a scrivere, influenzata dai geni che frequentava e da quella sorta di aura magica che rendeva, ancor più speciale di oggi, la Parigi degli anni trenta. Nel 1929 con la scrittura di David Golden, adattato poi sia per il teatro che per il cinema, Irene Nemirovsky si lancia nei salotti letterari e ne diventa un fulcro, aiutata dal suo editore di allora Bernard Grasset. Questo momento favorevole fa passare in secondo piano i primi, e ancora lontani, echi della guerra, ma Irene è ebrea e presto si renderà conto cosa questo significhi persino nella splendente Parigi. Nel 1942 la grande scrittrice viene prima rinchiusa in un campo di lavoro e poi ad Auschwitz. A nulla valsero i tentativi di salvarla del marito perché un mese dopo Irene morì di tifo dietro ad un filo spinato e la stessa sorte toccherà al consorte qualche mese dopo. Mirador descrive tutto questo: una vita intensa, fin troppo breve, ma piena, trascorsa tra gli affetti, gli scrittori e i libri. Ad attraversare il racconto è lo sguardo innamorato, sebbene disincantato di una figlia, Elisabeth Gill, che insieme alla sorella ha conservato numerosi documenti della madre per riconsegnarli alla storia. E’ soprattutto però la maternità, vissuta da Irene con numerose dolcezze e contrasti, a restituirci la donna oltre che la scrittrice.

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4 di 5 su 2 recensioni

MiradorDi F. Pierandrea-15 febbraio 2012

Biografia della madre, dallo stile non semplice, dove la memoria della Shoah imperversa. Diario della madre, diremmo precisamente, romanzato quanto il tempo ormai passato lo permette. Storia personale e storia di un tempo mai negato si intersecano e si interrogano. Non trovando tuttavia un vero senso. Ne' uno scopo. Intenso e mai banale!

La storia che non perdonaDi C. MIRELLA-25 settembre 2011

In questi ultimi anni la riscoperta dei romanzi della Nemirovsky ha fatto piacere a tanti lettori devoti di questa scrittrice. La sua vita è stata la prima fonte di ispirazione per la sua opera e da questa biografia, scritta dalla figlia, lo si evince in maniera lampante. Qui però viene anche trasmessa tutta la forza e l'ineluttabilità della storia, che purtoppo, a differenza dei romanzi, non contempla un lieto fine. Una lettura che consente di rendere ancora giustamente omaggio a questa grande scrittrice.