Nel mezzodelgiorno. Un viaggio nelle cooperative agricole nate nelle terre confiscate alle mafie di Marina Minghelli edito da Franco Angeli
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Nel mezzodelgiorno. Un viaggio nelle cooperative agricole nate nelle terre confiscate alle mafie

Collana:
Biblíon
Data di Pubblicazione:
6 dicembre 2010
EAN:

9788856831313

ISBN:

8856831317

Pagine:
128
Formato:
brossura
Argomenti:
Criminalità organizzata, Imprese di proprietà dei lavoratori e cooperative
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Descrizione Nel mezzodelgiorno. Un viaggio nelle cooperative agricole nate nelle terre confiscate alle mafie

Il libro racconta l'avventura delle cooperative agricole nate nelle terre confiscate alle mafie nel Sud d'Italia e i campi estivi dei giovani volontari che ogni anno partono per lavorarci. La legge che le ha rese possibili (promossa da Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie di don Luigi Ciotti), ha messo in moto un movimento interessante capace di fare la differenza nelle terre controllate dalla criminalità organizzata. Il racconto del viaggio dell'autrice tiene il filo della narrazione, mostra progressivamente la realtà storica del fenomeno mafioso con le sue peculiarità e differenze e lo intreccia alle vicissitudini di un'esperienza concreta di giovani (anche svantaggiati), che hanno il coraggio di sfidare un ordine dato come inamovibile. I lettori desiderosi di conoscere una materia come questa, immersa in un rimosso collettivo del tutto speciale, come viandanti curiosi potranno assaporare un insolito profumo di libertà.

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Riflessioni di una "viandante"Di L. Antonino-24 marzo 2011

Se si potesse descrivere con un'immagine questo libro di Marina Minghelli verrebbe in mente un percorso in cui vicende personali e cronache sociali si intrecciano nel tema caldo delle mafie che rappresenta ancor oggi un punto dolente per lo sviluppo della nostra nazione, un tragitto in cui, però, il racconto cammina di pari passo con la speranza di scrivere nuove pagine di storia. Il libro racconta in modo approfondito l'esperienza, che l'autrice definisce "sovversiva", di un viaggio alla conoscenza delle cooperative agricole nate nelle terre confiscate alle mafie. Punto di partenza per l'idea del viaggio viene all'autrice dall'incontro con Libera, Associazione operante attivamente da anni contro le mafie; la "promessa" di questa avventura è lo spirito con cui il viaggio viene intrapreso, "il tornare a casa mutato", la stessa sensazione che il lettore avverte alla fine del racconto. Viaggio che si snoda attraverso quattro tappe (Calabria, Puglia, Campania, Sicilia) che corrispondono ad altrettanti scenari e rielaborazioni dell'esperienza vissuta da tutti gli attori coinvolti: l'autrice e i "lavoratori delle terre", ovvero i volontari provenienti da varie parti dell'Italia motivati e desiderosi di contribuire al successo di un'esperienza forte e coinvolgente come quella descritta fin dai preparativi per il viaggio. E' attraverso queste tappe che conosciamo la realtà di queste terre, a partire dalla difficoltà nel venirne in possesso (si parla di più di dieci anni dalla confisca del bene alla sua assegnazione), per poi passare alla bonifica e al lavoro continuo dei volontari dei campi estivi. Le iniziative sono tante e non si fermano solo al lavoro nei campi; bisogna anche preparare le attività formative per sensibilizzare più gente possibile alla conoscenza delle mafie, realtà diversificata e complessa. Il lettore ha così l'opportunità di ripercorrere la storia della ndrangheta calabrese, "al primo posto nel traffico internazionale di coca e non solo", di esplorare il caposaldo su cui si fondano le mafie tutte, ovvero "l'onore e il rispetto per la famiglia e l'assoluta obbedienza alle Sue leggi in favore della protezione assoluta e del benessere economico", fino a scoprire e ri-scoprire le origini storiche e sociali della più vicina Cosa Nostra. Contro questa mentalità e realtà siamo trasportati, dall'entusiasmo dei racconti dei volontari, alla scelta "etica" di rifiutare il compromesso e la rassegnazione culturale all'onnipotenza mafiosa, rappresentata dalle azioni, volontà e lotte dei giovani narratori che credono nel recupero sociale e produttivo di quei territori un tempo proprietà esclusiva delle mafie. E l'esempio concreto di un'economia basata sull'agricoltura biologica, di qualità e non nociva, rappresenta la "sfida" per rilanciare il mercato e la comunità verso la "legalità antimafiosa", attraverso un lavoro definito "vero e segno di libertà". Un'occasione importantissima soprattutto per quei soggetti svantaggiati che, imparando un lavoro e mettendo in gioco se stessi, possono "cambiare un destino spesso segnato dall'emarginazione sociale". Anche se i nemici sono sempre in agguato, rappresentati dai "negozianti che pagano il pizzo", e contrastano e rallentano così il lavoro della legalità, rischiando di vanificare l'interesse per il lavoro onesto. Ciò che colpisce nel racconto, nei vari paesi attraversati, è l'entusiasmo dei giovani volontari e la possibilità per quelli del Nord di conoscere di prima mano una realtà diffusa al Sud e di conoscerla veramente vivendola giorno per giorno- questo è ben visibile nel racconto dell'esperienza di questi giovani. Perché, nelle parole di una volontaria "dire no a Padova o a Mesagne non è la stessa cosa. Fare parte di Un'Associazione che combatte la mafia, al Sud, implica una precisa presa di posizione, ci metti la faccia". Si resta colpiti dal racconto dai soprusi a danno dei volontari, vittime delle intimidazioni mafiose perché "non disposti a scendere a patti". Ma si resta ancora più toccati dal loro coraggio di non arrendersi e dall'energia che ricevono dalla solidarietà di altri che, come loro, non hanno mai ceduto ai ricatti delle mafie. Straordinario questo libro nella facilità di comprensione, nei rimandi storici e nella voglia di farcela che trasmette ad ogni pagina perché di coraggio e abnegazione si ha bisogno per combattere la mafia perché, usando le parole dell'autrice, "ancora oggi in Italia, detto con amarezza, per la legalità bisogna combattere e in certi luoghi serve un coraggio straordinario per farlo".