E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma di Sandra Petrignani edito da Laterza

E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma

Editore:

Laterza

Collana:
Contromano
Edizione:
2
Data di Pubblicazione:
1 luglio 2010
EAN:

9788842090823

ISBN:

8842090824

Pagine:
128
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma

"Rispetto alla città il Tevere va al contrario della Senna. La Senna si butta nella Manica, il Tevere nel mar Tirreno, e dunque l'una si volge al nord, l'altro procede da nord a sud. Per questo la rive gauche di Roma è geograficamente la rive droite. E Trastevere, che incarna il quartiere intellettuale, artistico e bohémien della capitale si trova sulla sponda destra." Su e giù per i ponti, in compagnia di artisti e clochards, Sandra Petrignani ascolta i racconti intimi portati dal fiume e si fa pellegrina della bellezza maestosa o discreta di Roma.

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2 di 5 su 2 recensioni

E in mezzo il fiumeDi T. Paola-28 luglio 2011

Non condivido affatto che so possa dare il minimo a voto a quella che del resto è una buona opera. Altro buon volume ControMano, e poi su Roma, quindi ancora più meritorio. Ed ancor più se, prendendo a presto il fiume ed il suo strano rapporto con la città, l'autrice si aggira per i quartieri limitrofi, certo privilegiando nei racconti la rive droite trasteverina rispetto alla rive gauche testaccina, ma ci può stare. Anche perché sono le rive delle mie radici. Con mio padre nato in vicolo del Bologna e cresciuto nei dintorni di S. Maria alla Scala, e mia madre, aventiniana di locazione, ma testaccina di volontà e di fede (giallorossa). Poi ho accolto anche l'inciso che si riferiva a mio zio ed al Fate Bene Fratelli. Insomma, un libro familiare (così come il pranzo verso San Saba con Nanni Moretti, che mi rimandava agli anni settanta ed al liceo Dante) , che seguivo rigo a rigo, perché mentre Sandra passeggiava stavo con lei, a volte anticipandone le scoperte visive. L'aprirsi di via Benedetta verso vicolo del Moro, le cupole della sinagoga, viste dalle sponde dell'Isola Tiberina. Il fascino del Ponte Rotto. Gli intrichi viari tra il ghetto ed il resto della città (ma saltando una passeggiata per via Margana). Le notti di Campo de' Fiori (ma saltando via del Pellegrino e la libreria del Viaggiatore). Il tutto però con qualche punta che mi ha lasciato freddino. Vado a spiegare. Si coinvolgono tante persone e personaggi, noti e meno noti, che parlano dei loro squarci romani, delle decisioni di viverci o di allontanarsene, dei ristornati che amano, delle professioni che spariscono, di aneddoti presenti ad ogni piè sospinto. Ma questa carrellata, a volte, sembra essere messa lì anche per far dire ma quanta gente conosci, e quante belle persone. No anche Patrizia Cavalli! E poi don Matteo! E Certo uno si dimentica che la piacentina per sbaglio è stata per anni anche l'anima e il braccio e la mente della meritoria casa editrice Theoria. Un merito che ascriverò sempre a suo onore. Ma queste citazioni coinvolgimenti li sento spesso distanti. Più intenso il rapporto con "la storia vista dal basso", come con la Luigina di cui sotto, o la ricamatrice, o anche il barbone di sotto casa. Guardando con lei e tutti voi il tramonto dal balcone del Gianicolo, auguro a tutti una buona passeggiata romana, perché passeggiare è il modo più immediato di essere al mondo, di percorrerlo, di descriverlo. E scendendo verso Piazza del Popolo gustando un gelato siciliano di Via dei Gracchi, ricordo all'autrice e a tutti voi, che comunque io la guida di Roma di Georgina Masson, ce l'ho.

E in mezzo il fiumeDi g. luca-8 febbraio 2011

Terrificante, autoreferenziale volumetto di una radical chic che incontra altri radical chic e ci tiene a mostrare come "loro", quando conta, dove conta, non mancano mai né sono mai mancati. Antologia da incubo di luoghi comuni dei ben pensanti, bestiario dei Giusti ossia degli intellettuali - più o meno autoproclamati - più qualche buon popolano che dispensa una saggezza che noialtri abitatori di Filicudi abbiamo ormai perso ma amiamo riscoprire e pure il prete rosso che con la sua comunità eroica combatte da dentro il marcio della Chiesa. Inqualificabile, da denuncia.