Medioevo di Giovanni Tabacco, Grado Giovanni Merlo edito da Il Mulino

Medioevo

Editore:

Il Mulino

Edizione:
2
Data di Pubblicazione:
9 ottobre 1989
EAN:

9788815023148

ISBN:

8815023143

Pagine:
662
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5 di 5 su 1 recensione

Come appassionarsi alla storia medievaleDi S. Vito-4 novembre 2010

Il modo migliore di accostarsi al millennio medievale è farlo con l’intento di avere una visione complessiva degli eventi e di tralasciare la schiettezza e il nozionismo degli eventi nudi e crudi. Gli autori hanno condotto un discorso di questo tipo e il loro “Medioevo” ne esce vincente, appassionante, dando la possibilità al lettore di godersi una lettura saggistica, argomentata e completa. La lettura per lo studio universitario forse rallenta la preparazione per l’esame, ma no meno della lettura che ti costringe a mandare a memoria troppo nozioni. La capacità che hanno gli autori di uscire dagli schemi manualistici tradizionali si riflette anche sui contenuti, che smentiscono l’idea di un Medioevo immobile e sempre uguale a se stesso. Questo fa di Tabacco-Merlo un libro dall'andamento saggistico – universitario, e che non si adatta ai programmi delle scuole superiori. La sua qualità principale è quella di farti addentrare senza traumi in un'epoca distante da quella moderna e farti capire i meccanismi, giuridici politici economici e sociali, che permisero all’età di mezzo di uscire dal mondo antico e di mettersi sulla strada della formazione dell’Europa. Smentendo alcun dei luoghi comuni più diffusi sull'argomento - il medioevo come periodo oscuro e arretrato – gli autori riescono nello sforzo di rendere accessibile a un pubblico di curiosi o studiosi il dibattito storiografico in seno alla storiografia tedesca che ha letto in una chiave diversa molti argomenti nel libro trattati. Migliore, secondo me, è la parte scritta da Tabacco, l'alto medioevo. Sua è anche tutta la parte iniziale, intitolata "genesi del medioevo" in cui si scandiscono gli eventi principali di quello che gli storici classici chiamano tardo antico. L'intento è quello di penetrare il medioevo a partire dai suoi prodromi che, inevitabilmente, si trovavano già nella storia antica. Similmente, Merlo è pure bravo, nella seconda parte, il basso medioevo, a far capire come l'Italia tra il XIV e il XV secolo, nel periodo di irradiazione degli interessi economici e territoriali della Signoria nella zona circostante, abbandonava le classiche strutture medievali per fare il suo ingresso nell'età moderna. Le monarchie d'oltralpe, strutturandosi a mano a mano secondo direzioni squisitamente nazionali avrebbero successivamente seguito l'esempio fornito dagli Stati regionali italiani. Capire questi meccanismi di passaggio significa sottrarre al pregiudizio un'epoca in genere abbastanza bistrattata dagli studenti. In mezzo, tuttavia, vi sono passi illuminanti sugli altri periodi: su tutti quello della nascita, diffusione e istituzionalizzazione dei rapporti vassallatico-beneficiari, che darà vita alla società feudale. In vari capitoli il tema viene sviluppato e vengono rilevate le differenze tra le varie zone d'Europa ove quell'istituzione si va radicando. Si perdonano, dunque, alcune prolissità nella trattazione, soprattutto nella parte scritta da Tabacco.