
Libro Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga
Trama libro
"Mastro Don Gesualdo" è uno dei capolavori di Giovanni Verga. Il romanzo è incentrato sulla figura di Gesualdo Motta, un uomo che nel corso della sua vita sacrifica ogni affetto a ragioni strettamente economiche ritrovandosi alla fine schiacciato e sconfitto dall'aridità di cui si è circondato. Mastro Don Gesualdo è ambientato a Vizzini, in Sicilia, nella prima metà dell'Ottocento in periodo risorgimentale. L'operazione linguistica condotta dallo scrittore risulta in questo romanzo particolarmente complessa, a causa dell'eterogeneità delle classi sociali rappresentate, ognuna portatrice di un lessico proprio.
Recensioni degli utenti
Libro ottimo - 25 dicembre 2017
Libro acquistato ed arrivato in ottime condizioni. Consiglio vivamente questa versione per coloro che vogliano cimentarsi nella lettura di quest'opera.
Sulla povertà e l'impossibilità di sollevarsene - 7 aprile 2015
Tema centrale del romanzo, accanto alla famiglia, è quello della "roba" cioè del possesso che salva dalla miseria e dal dolore. Accanto a questo, però, viene sviluppata anche l'idea che esiste una legge di natura che pone tutti gli uomini in una determinata condizione sociale a cui devono restare legati. Il povero che, desideroso di sottrarsi alla sua condizione, tenta di arricchirsi, proprio come accade al protagonista, alla fine verrà travolto dall'ostilità della natura, e non può che soccombere. Mastro don Gesualdo infatti diventa ricco, ma finisce anche lui per soccombere, abbandonato da tutti, odiato e invidiato mentre le sue ricchezze, conquistate con sofferenza, tornano a chi ne ha diritto per natura: lo spiantato marito della figlia, che è nobile di nascita.
Troppo amore per i beni materiali - 14 febbraio 2011
In questo romanzo Giovanni Verga ci narra la storia di un grande equivoco. Mastro Don Gesualdo crede che la vita sia possesso, guadagno ed è completamente votato ad un'esistenza utilitaristica. Ma agendo cosi soffoca gli slanci affettivi e le persone a lui vicino lo isolano. La sua cieca ossessione per il denaro e per il patrimonio determinano la sua avarizia anche nei sentimenti che lo condannano alla solitudine.