Magic Kingdom

Uno degli interpreti più interessanti della scena letteraria postmoderna. Tra le vicende di questi poveri protagonisti e quelle personali dei loro strampalati accompagnatori, nel Regno Magico di Tapolino e della Bella Addormentata accadrà veramente di tutto. E alla fin fine, si piangerà con un sorriso sulle labbra, o forse si riderà con un'amara lacrima pronta a scendere. Questo geniale romanzo di Elkin, che fa della morte il suo tema centrale senza suscitare pietà o imporre moralismi, non è facile da capire e apprezzare, così come non è facile capire e apprezzare tutto ciò che va oltre gli schemi in cui siamo abituati a stare. Se fosse un quadro sarebbe un capolavoro di Andy Warhol, se fosse un oggetto sarebbe un dolce confetto rosa scagliato su uno sfondo nero, se fosse una figura retorica sarebbe un ossimoro, come una dolce morte o un'amara risata, un accostamento tra due elementi tanto diversi da risvegliare nel nostro spirito sentimenti vistosamente contrastanti. Anche la scrittura, con frasi che spesso sembrano infinite, non è facile da seguire, ma non c'è da stupirsene, vuole riprodurre i pensieri, devastati e confusi, dei personaggi, chiaramente privi di una forma sintattica precisa e organizzata. Blasfemo? Esilarante? Pretenzioso? Giudicatelo voi.

"Magic Kingdom" è davvero una sorpresa: uno di quei libri che ti aspetti abbiano un certo carattere e poi sfoderano una personalità che non si sarebbe mai sospettata. Dalle lacrime alle risate, dai problemi etici e sociali al grottesco. Di certo piace o non piace, senza mezze misure.