Madri cattive. Una riflessione su bioetica e gravidanza di Caterina Botti edito da Il Saggiatore

Madri cattive. Una riflessione su bioetica e gravidanza

Collana:
La cultura
Data di Pubblicazione:
2007
EAN:

9788842811947

ISBN:

8842811947

Pagine:
250
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Descrizione Madri cattive. Una riflessione su bioetica e gravidanza

Medicalizzazione della gravidanza, imposizione del parto cesareo; donne incinte tossicodipendenti che, negli Stati Uniti, sono state sottoposte a provvedimenti legali; donne che in stato di morte cerebrale vengono mantenute in vita esclusivamente per portare a termine la gravidanza. A partire da questi casi eclatanti, il libro si interroga sul motivo del silenzio sulla gravidanza nel dibattito pubblico odierno, come pure in quello più specialistico (morale e bioetico), e sulle difficoltà di colmarlo con le categorie che la riflessione filosofica tradizionale fornisce. Sulla base di alcuni sviluppi del pensiero femminista, l'autrice propone una rivisitazione di categorie fondamentali come quelle di soggetto, autonomia e responsabilità. L'assunto del titolo è che comunemente siano considerate "buone madri" quelle che rinunciano a ogni loro prerogativa dedicandosi interamente alla crescita del figlio. Al contrario, la possibilità di riconoscersi come soggetti e agenti morali a pieno titolo anche durante la gravidanza è diritto imprescindibile di ogni donna.Con la diffusione delle nuove tecniche riproduttive, il dibattito pubblico ha insistito molto sul tema della responsabilità nella riproduzione, e ha rimesso al centro, non a caso, la questione dell'aborto. Curiosamente però la riflessione non si è estesa al periodo della gravidanza. Come se, una volta che si sia concepito un figlio e si sia deciso di non abortire, le problematiche si esauriscano. Eppure, la gravidanza e il momento del parto presentano scelte rilevanti, soprattutto alla luce di quanto oggi si sa e si può fare. Madri cattive illumina proprio la scena più trascurata, quella della gravidanza, colmando una lacuna evidente sia in ambito specialistico, morale e bioetico, sia nell'opinione comune, cui non resta che inorridire, se mai, di fronte a episodi di bambini abbandonati o di infanticidio.A partire da una serie di casi eclatanti, il libro si interroga sul motivo di questo silenzio e sulle difficoltà di colmarlo con le categorie della riflessione filosofica tradizionale. Sulla base di alcuni sviluppi del pensiero femminista, Caterina Botti propone una rivisitazione dei concetti chiave della morale e della bioetica – soggetto, autonomia, responsabilità – e offre soluzioni costruttive ai problemi che si possono porre durante la gravidanza, dando alle donne incinte la possibilità di riconoscersi come soggetti e agenti morali a pieno titolo, senza sentirsi per questo "cattive madri".Tra i casi considerati ci sono: l'accompagnamento del parto, la medicalizzazione della gravidanza e l'imposizione di stili di vita specifici alle donne incinte; l'imposizione forzata del parto cesareo; il caso delle donne incinte tossicodipendenti sulle quali, negli Stati Uniti, si interviene con provvedimenti legali di varia natura; o delle donne in stato di morte cerebrale che vengono tenute in vita per far nascere il feto.Interrogarsi su questi casi, criticando la cancellazione della soggettività e della competenza morale delle donne, è anche un modo per sostenere una riflessione più ampia sulla morale e contribuire alla presa di coscienza e di parola delle donne su di sé e sul mondo.

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