Il lungo Samhain

Il libro, un “ thriller ”, attrae già dall’immagine di copertina in cui sono disseminate un’infinità di pillole di un variegato, opprimente, colore verdastro concludentesi nell’appropriato titolo: “ Il lungo …” , quasi, quell’ aggettivo, a intuizione di una pienezza del dolore che, sebbene circoscritto, ne aumenta il calibro per le indicibili sofferenze, come si scoprirà poi. L’azione “clou” si svolge durante la festa di Halloween a New York, “ Samhain ” in origine celtica, per occultare una delle malvagità rituali intentate da un gruppo di adepti, oltre a ovvi scapestrati, professionisti, alle dipendenze di una “setta”, adoratori del Necronomicon, e guidati dal gran sacerdote, un autoritario macabro individuo, incappucciato di rosso, in segreto, ma, insospettato conosciutissimo medico alla luce del sole, in cui incappano, tra altri malcapitati, i principali protagonisti di una famiglia normale, lo studente sedicenne Frank e sua madre Vera, oriunda italiana. Tra i tanti nomi appropriati al contenuto, significativo quello di un enigmatico ambiguo individuo, un certo Malanthan, agganciatore occulto tramite computer, ma reale dispensatore di droga in pillole verdastre, dette “streghe”, per delle streghe effigiate su di esse. Nulla di nuovo, quindi, sotto il sole? Trattandosi, infatti, dell’eterna lotta tra il Bene e il Male, con un salto a ritroso nella storia della letteratura moderna possiamo, con le dovute ovvie differenze, pensare a un Blake che scrive del malessere e disagio comportante all’individuo la nascente allora società capitalistica, con tutte le sue problematiche deleterie per i più, e che egli, arrivando a comprendere anche il dolore, in nome della libertà e ricchezza dell’ uomo giunge a un finale di salvazione. E, comunque, oltre al valore della solidarietà umana degli accorti, riscontrata, e della fiducia nella legge di chi fa giustamente il proprio dovere per la società, è quel porre l’accento sul valore della “donna” che l’aumenta, e ci fa venire Montale. Penso al finale, al gran finale dei colpi nello stomaco che ricevi da un fuoco d’artificio a lumi spenti, il cui ultimo botto è nel ricongiungimento dell’ Autore col Lettore. E, riflettendo, oltre allo spessore culturale evidenziato, e il gran valore morale che ne possiamo torre dal nostro Autore, l’originalità la troviamo nel “ modo ” suo proprio nuovo di raccontare, e, trattandosi di un “ thriller ”, va fortis...simo nel suo coinvolgere emotivamente, tipo il gran colare di sangue dalle scene del nostro D. Argento; e, trattandosi di scrittura, scopriamo anche nel saper dosare il macabro il Suo valore; prima a sorpresa, a piccole dosi penetrandoti, poi un incalzare sempre più frequente e incredibilmente ripetitivo di quegli avvenimenti foschi, tanto che Agata Christy, al confronto, sembra un’autrice rosa... Certo, trattandosi di un triller, è un libro da leggere anche sotto l’ombrellone, per chi vuole divertirsi, amandone il genere, e siamo ora nella stagione giusta. Possiamo stare allegri. Ma, in un’altra della riflessione, quelle “streghe” incombenti ti guidano ad altro; e quella frase “Ma tutto accade per un motivo, in fondo. Forse” ci dovrebbe far pensare. E, subito dopo il punto fermo, quel “ Fo r s e ” , un attimo di dubbio, di incertezza ? Da esso la condanna ? Speriamo, invece, sia la salvezza, con l’aiuto di tutti, a iniziare dal Lettore.

Finalmente una storia originale! Un libro avvincente, ben scritto, ricco di atmosfera! Semplicemente ottimo. Leonardo