La lingua perduta delle gru di David Leavitt edito da Mondadori

La lingua perduta delle gru

Editore:

Mondadori

Data di Pubblicazione:
16 novembre 2009
EAN:

9788804595021

ISBN:

8804595027

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4 di 5 su 4 recensioni

La lingua perduta delle gruDi b. alfio-6 luglio 2011

Narrazione corta, ma qunata intensità e passione ci mette l'autore! Qui, come in Uguali amori, però, la debolezza della struttura è compensata dal proposito forte di dare rappresentazione artistica al nuovo tipo di vita che nell'età post-Stonewall e post-AIDS le comunità gay americana stava cercando di costruirsi. Come Leavitt stesso specificherà in un successivo saggio, si trattava di superare non solo la rappresentazione vittimistica, ma anche quella superomistica, che confinava la narrazione dell'amore gay ad un seducente ma parziale ed ingannevole peana alla giovinezza perfetta e dionisiaca.

DiscretoDi C. Alberto-24 marzo 2011

Leavitt non è a suo agio con il romanzo, è il racconto la sua forma più congeniale. Tuttavia questo romanzo riesce a colpire il lettore laddove i successivi non arrivano proprio. La storia è piuttosto credibile, anche se la psicologia dei personaggi lascia un pò a desiderare, ma Leavitt non è narratore introspettivo quanto piuttosto un testimone di un'epoca di passaggio, gli anni '80, in cui il mondo si è trovato ad affrontare uno dei peggiori drammi della storia umana: l'AIDS. Non un gran libro, ma nemmeno da buttare.

La lingua perduta delle gruDi r. Giuseppe-5 ottobre 2010

Leavitt è massimo artista nelle narrazioni di breve respiro: i suoi romanzi, anche quelli migliori (e La lingua perduta delle gru è tra questi) tendono a risolversi in polittici, dove le varie sequenze appaiono scollegate e ricevono luce autonoma. Qui, come in Uguali amori, però, la debolezza della struttura è compensata dal proposito forte di dare rappresentazione artistica al nuovo tipo di vita che nell'età post-Stonewall e post-AIDS le comunità gay americana stava cercando di costruirsi. Come Leavitt stesso specificherà in un successivo saggio, si trattava di superare non solo la rappresentazione vittimistica, ma anche quella superomistica, che confinava la narrazione dell'amore gay ad un seducente ma parziale ed ingannevole peana alla giovinezza perfetta e dionisiaca.

Dolcissimo :)Di P. Serena-7 luglio 2010

Leavitt in quest'opera sembra ci racconti una favola: è tenerissimo, e il personaggio di Philip così dolce che non può non entrarvi nel cuore.. Io l'ho adorato, e spesso mi è venuta voglia di abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene.. Che carino!! Certe volte Leavitt si lascia un po' andare a descrizioni inutili, ma nonostante questo, ne vale la pena, decisamente!:)