Liberazione di Sándor Márai edito da Adelphi

Liberazione

Editore:

Adelphi

Traduttore:
Sgarioto L.
Data di Pubblicazione:
4 giugno 2008
EAN:

9788845922831

ISBN:

8845922839

Pagine:
162
Formato:
brossura
Argomento:
NARRATIVA DI AMBIENTAZIONE STORICA
Disponibile anche in E-Book
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Trama Liberazione

Dicembre 1944. L'armata rossa sta per completare l'accerchiamento di Budapest. L'antivigilia di Natale una ragazza di venticinque anni, Erzsébet, che già da mesi vive braccata, sotto falsa identità, riesce a trovare un nascondiglio per il padre: il vecchio, un celebre scienziato a cui gli squadroni fascisti delle croci frecciate danno la caccia, verrà murato, insieme ad altre cinque persone, in una cantina grande quanto una dispensa. Erzsébet, invece, scenderà nello scantinato del palazzo dove vive, insieme a tutti gli abitanti di quello e di altri palazzi dei dintorni. Ci rimarranno per quattro settimane, quanto durerà il terribile assedio, mentre sopra le loro teste infuriano i combattimenti. In quel mondo sotterraneo maleodorante e caotico, in una "promiscuità da porcile", mentre fra la gente ammassata sui materassi si scatenano tensioni sempre più acute, Erzsébet aspetta "qualcosa". Qualcosa che si riassume in una parola: liberazione. Tra poco i russi saranno qui, pensa, e tutto cambierà. Finalmente, nella notte fra il 18 e il 19 gennaio, vedrà la sagoma del primo russo stagliarsi sotto la porta: ma quell'incontro sarà ben diverso da come se l'era immaginato. Scritto in meno di tre mesi nell'estate del 1945 e rimasto inedito fino al 2001, il romanzo è una testimonianza bruciante dell'orrore che un'intera città ha vissuto nei mesi dell'assedio dei sovietici, dei bombardamenti degli Alleati, sottoposta ai rabbiosi rastrellamenti degli sconfitti.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

LiberazioneDi R. Mario-12 luglio 2011

E' ambinetato negli anni 50 in Ungheria durante l'occupazione dei sovietici. Viene vissuto attraverso Erzsebet, una giovane che deve mettere in salvo il padre ricercato dai tedeschi. Come gli altri assediati attende la Liberazione che invece non sarà che l'inizio di un giogo destinato a durare oltre quarant'anni. Un particolare: Sandor Marai ha scritto il libro tra luglio e settembre 1945. Già allora aveva il presentimento di ciò che sarebbe accaduto.

LiberazioneDi G. Silvio-8 luglio 2011

Fa sempre been ogni tanto concedersi una rilettura delle opere dell'artista ungherese. Questo è un piccolo capolavoro: gli ultimi 20 giorni prima della "liberazione" di Budapest, visti con gli occhi di questa ragazza, figlia di un famoso scienziato, murato in una casa vicina per sfuggire agli aguzzini nazisti.

LiberazioneDi c. lello-19 maggio 2011

E' ambientato nella capitale ungherese ai tempi dell'occupazione dell'armata rossa. L'autore riesce a ricostruire meravigliosamente bene il lento evolvere dello stato d'animo dei rifugiati: il disgusto per la promiscuità, la speranza per la liberazione e il timore dell'arrivo dei russi bolscevichi, il frantumarsi delle barriere di classe, l'indifferenza e il senso di colpa verso la persecuzione degli ebrei (le croci frecciate, guidate dal portinaio, entreranno nella cantina per prelevare un ebreo e ucciderlo nel cortile del palazzo), creando così un quadro spaventoso di quello che la popolazione di Budapest ha vissuto in quelle settimane.

LiberazioneDi F. Benito Maria Emanuele-18 novembre 2010

Siamo a Budapest, negli ultimi giorni dell'assedio della città, nel gennaio del '45. Erszebet si nasconde, come tanti altri cittadini, negli scantinati dei palazzi, per trovare un rifugio ai bombardamenti e ai combattimenti. L'esito della battaglia è scontato e l'unica domanda non è "chi vincerà", ma "quando finirà". E nonostante tutto, tedeschi e croci frecciate perlustrano la città alla ricerca di ebrei e di nemici politici, come il padre di Erszebet, in un delirio di sangue e annientamento. L'autore riesce a ricostruire meravigliosamente bene il lento evolvere dello stato d'animo dei rifugiati: il disgusto per la promiscuità, la speranza per la liberazione e il timore dell'arrivo dei russi bolscevichi, il frantumarsi delle barriere di classe, l'indifferenza e il senso di colpa verso la persecuzione degli ebrei (le croci frecciate, guidate dal portinaio, entreranno nella cantina per prelevare un ebreo e ucciderlo nel cortile del palazzo) , creando così un quadro spaventoso di quello che la popolazione di Budapest ha vissuto in quelle settimane.