E liberaci dal padre. Ediz. a caratteri grandi di Elizabeth George edito da TEA

E liberaci dal padre. Ediz. a caratteri grandi

Editore:

TEA

Traduttore:
Battaglia L., Mazzanti M.
Data di Pubblicazione:
10 settembre 2009
EAN:

9788850220229

ISBN:

8850220227

Pagine:
449
Formato:
brossura
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Descrizione E liberaci dal padre. Ediz. a caratteri grandi

Il tranquillo villaggio inglese di Keldale è lo sfondo di un delitto tanto atroce quanto inspiegabile: Roberta, adolescente introversa, viene trovata accanto al cadavere decapitato del padre e le sue uniche parole sono una confessione senza la minima ombra di pentimento. Il parroco, convinto dell'innocenza della ragazza, si reca di persona a Londra per convincere Scotland Yard ad affidare le indagini all'ispettore Thomas Lynley. Coadiuvato dal sergente Barbara Havers, Lynley indagherà nel passato della famiglia di Roberta, scoprendo che la giovanissima madre e la sorella più grande sono scomparse in circostanze misteriose.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 1 recensione

E liberaci dal padreDi O. Federico-6 agosto 2011

Ho iniziato a leggerlo con molte attese, visto che parecchi amici me ne parlavano come un ottimo giallo, ed effettivamente l'inizio è stato più che stuzzicante: un contadino rinvenuto cadavere in una fattoria, una figlia scioccata che si dichiara colpevole (ma ovviamente nessuno ci crede) e un prete che si reca a Scotland Yard per chiedere alla polizia che venga fatta luce sul caso. Poi, però, con un taglio narrativo tipicamente femminile in romanzi di questo genere, la vicenda si disperde un po' in dialoghi e fatti che non sempre hanno a che fare col macabro omicidio e la trama che si preannunciava gialla sembra sfilacciarsi un po', tanto che, alla fine risulta difficile inquadrare il romanzo in un genere preciso: non è un giallo (l'investigazione vera e propria si deluisce in pochi interrogatori che sembrano condurre la coppia di poliziotti al nulla), non è un thriller (a parte l'azione iniziale, descritta e non narrata, non c'è altra azione omicida, non c'è un serial killer, non c'è suspense che sfocia in paura), non è un noir (l'accento non è totalmente posto sullo sfondo ambientale corrotto e oscuro). Lo collocherei forse tra il dramma psicologico e il "giallo sociale": particolare attenzione è infatti rivolta alle problematiche sociali che investono la vita dei personaggi (protagonisti e non) e che derivano da drammi (se si pensa alla situazione famigliare del sergente Havers dopo la morte del fratello) o li causano (se si pensa all'omicidio che dà vita al romanzo stesso), tanto che quasi tutti i personaggi sembrano vivere, per un motivo o l'altro, alla deriva. E questo è sicuramente un aspetto positivo poichè induce il lettore a riflettere sul motivo per cui certi traumi si sviluppano (in questo il romanzo è molto attuale). Altri punti forti sono l'ambientazione suggestiva, da "verde paesino isolato", e la leggibilità data da uno stile di scrittura semplice (lessico non particolarmente ricercato, frasi brevi e incisive). Certo, un po' di "sale" in più avrebbe reso il romanzo più aggressivo e accattivante, ma in fondo, non credo che questo fosse l'obiettivo dell'autrice.