Lettera a Helena

Il libro mi è piaciuto tanto! A noi, che abbiamo vissuto negli anni '80 la competizione culturale ed economica tra le superpotenze USA e URSS e siamo stati filoamericani, forse faceva comodo seguire maggiormente il "benessere" americano piuttosto che il "malessere" russo. Il comunismo russo è stato visto dalla gran parte della popolazione italiana quasi come uno spauracchio. Grazie all'autrice, perché, attraverso la lettura del suo libro, ho potuto conoscere la storia russa nonché il disastro di Chernobyl, temi da lei affrontati minuziosamente e chiaramente. Inoltre i racconti e i riferimenti riguradanti Helena non celano da parte sua affetto e profonda amicizia nei confronti della protagonista, quasi come se volesse presentarla fisicamente al lettore.

Una tiepida e triste primavera a Chernobyl, una calda e spensierata estate in Sardegna: due giovani donne le cui vite si incrociano per poche settimane unendosi in un'amicizia che, al di là delle distanze fisiche e culturali, non cesserà mai di esistere, perché alla sua base vi sono valori e sentimenti universali, vi è profonda, genuina e sincera umanità! Con uno stile scorrevole e travolgente l'autrice risveglia la memoria storica del lettore, inducendolo a riflettere su un frammento fondamentale della recente storia europea troppo spesso dimenticato, fondendo armoniosamente una precisa analisi storica con un commovente racconto di vita. Un libro che parla alla mente e al cuore, un libro che emoziona dall'inizio alla fine!

L'emozione e l'umanità di un incontro straordinario, inserito in un contesto storico le cui conseguenze, troppo spesso dimenticate, si riflettono fino ai giorni nostri. Ottimi i riferimenti storici per precisione, chiarezza e sobrietà. Da lettrice un po' romantica avrei preferito un ruolo più centrale della vicenda umana.

Un'altra autrice sarda che fa sentire la sua voce in uno dei più spaventosi drammi dell'umanità! Brava l'autrice!

Ho trovato questo testo d'esordio della scrittrice Giorgia Loi un gustoso contributo narrativo di spessore sociologico. Da giornalista posso dire che il buon autore è chi ha una storia particolare da raccontare, come in questo caso. La perfezione formale, se uno si accinge a scrivere, è quasi da darsi per scontata, malgrado disastrosi casi che purtroppo raggiungono comunque una facile popolarità. Sicuramente consigliato.

Prosa scorrevole, si legge tutto d'un fiato. Offre uno spaccato chiaro del disastro di Chernobyl attraverso la storia personale di un'amicizia. Sullo sfondo, i mutamenti storico-politici della ex Unione Sovietica. Consigliato.