Il ladro di anime

Sebastian Fitzek viene definito il re dello psicothriller, questo romanzo conferma appieno questa frase. I protagonisti vengono inseriti all'interno di un ospedale psichiatrico, creando l'enigma della camera chiusa. Jasper uno di loro ha perso la memoria. Chi di loro sarà l'assassino? Cosa succederà all'interno di quell'ospedale?

Questo libro su internet è osannato da più parti come uno dei migliori thriller psicologici che ci siano in circolazione. Ammetto che l'idea di partenza - l'ipnosi - è molto originale, però sono il primo a dire che bisogna avere il prosciutto sugli occhi per non accorgersi che è un romanzo tirato per i capelli. Godibile ma a mio parere sopravvalutato

Non lo definirei lo psycothriller dell'anno, ma l'idea di partenza è carina. Un professore coinvolge in un esperimento un gruppo misto di studenti, facendogli leggere un fascicolo su una storia vera o presunta, questo lo scopriremo solo alla fine, di un presunto killer o paziente psichiatrico, anche questo lo scopriremo solo alla fine. Gli studenti che accetteranno di partecipare all'esperimento sono ignari dell'oggetto dell'esperimento, tranne che riceveranno una ricompensa in denaro se rimarranno fino alla fine. Da questo momento, in un alternarsi di presente e passato, con una narrazione scandita con un tempo che va a ritroso segnando la distanza dalla "paura" assisteremo ad un gioco perverso in cui come al solito niente è come appare, soprattutto perchè le storie dei protagonisti vengono svelate a gettoni, attraverso i viaggi nelle loro menti e quindi ci sono piste diverse per capire chi è l'assassino. Lo scrittore, in modo originale, coinvolge il lettore, come se anche questo facesse parte dell'esperimento, attraverso una serie di indovinelli che in realtà non sono poi così difficili. Il meccanismo di liberazione o salvezza dei personaggi ricorda il film Saw. Purtroppo il romanzo è troppo breve, si svolge tutto troppo velocemente. A volte c'è un pò di confusione nella narrazione e l'ambientazione in una clinica isolata dal resto del mondo è un cliché troppo sfruttato. Potrebbe essere la sceneggiatura di un film. Però devo dire che lo scrittore ha il senso dell'umorismo, ed infatti consiglio di leggere i suoi ringraziamenti, ma solo alla fine della lettura. A quanto pare esiste pure un gioco online a cui partecipare, che richiama le atmosfere claustrofobiche del libro, che sembra far capire che l'esperimento non è ancora finito...