Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo di Adriano Petta, Antonino Colavito edito da La Lepre Edizioni
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Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo

Collana:
Visioni
Data di Pubblicazione:
12 ottobre 2009
EAN:

9788896052136

ISBN:

8896052130

Pagine:
352
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia delle scienze, Intolleranza religiosa, persecuzioni e conflitti
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo

Anche grazie al kolossal "Agorà" di Alejandro Amenabàr, Ipazia è un caso letterario e alimenta un dibattito che non accenna a smorzarsi. La sua figura, alla quale si ispira il film con Rachel Weisz, è rimasta per molto tempo nell'ombra. Astronoma, matematica, musicologa, medico, filosofa, erede della scuola alessandrina, fu fatta massacrare da Cirillo, vescovo di Alessandria. Con questo delitto la cultura occidentale ha definitivamente escluso la donne dalla sfera del sapere. La vita di Ipazia è una delle più antiche parabole su un conflitto secolare ma ancora attuale: fede e ragione, uomo e donna. Per secoli la scienza sperimentale moderna ha creduto di avere un solo padre, Galileo, quando in realtà possiede anche un madre, nata 1200 anni prima di Galileo: Ipazia. Il ritratto che ci è stato tramandato è quello di una donna di intelligenza e bellezza straordinarie. Fu l'inventrice dell'astrolabio, del planisfero e dell'idroscopio, oltre che la principale esponente alessandrina della scuola neoplatonica. Aggredita per strada, fu scarnificata con conchiglie affilate, accecata, smembrata e bruciata. Un assassinio considerato dallo storico Edward Gibbon "una macchia indelebile" nella storia del cristianesimo. All'inizio del III millennio l'UNESCO, dietro richiesta di 190 stati membri, ha creato un progetto internazionale - il progetto Ipazia, appunto - che intende favorire piani scientifici al femminile nati dall'unione delle donne di tutte le nazionalità. Prefazione di Margherita Hack.

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4 di 5 su 5 recensioni

Leggermente sconclusionato ma affascinanteDi r. paolo-26 settembre 2011

L'intento di raccontare una vicenda realmente accaduta nel 400 d. C circa, romanzandola nel limite del possibile, la voglia di illuminare i lettori con alcuni dei risultati filosofici e scientifici raggiunti dalla mente della studiosa. Tutti questi elementi rendono il libro a mio avviso leggermente sconclusionato e infondono nel lettore una sorta di straniamento, sia dalla vita di Ipazia, che dal suo pensiero; Il volume diventa una via di mezzo tra il romanzo storico, con uno stile francamente troppo frivolo, e un saggio filosofico, dove si tende a gettare nel calderone troppi ingredienti. Questo non toglie comunque al libro una sorta di fascino dovuto alla figura rivoluzionaria di Ipazia.

IndifferenteDi Z. Chiara-23 agosto 2011

Devo dire che mi aveva molto incuriosito questo libro quindi ho cominciato a leggerlo con molto interesse. Devo dire che non ho trovato proprio quello che mi aspettavo, nella recensione c'era scritto storia romanzata ma non gli avevo dato molto importanza, sbagliando. Credevo avrei trovato una ricostruzione della sua vita, del suo pensiero e del suo lavoro mentre sono finita nella lettura di una racconto basato su dati storici si, ma pur sempre inventato, che non mi ha convinto più di tanto. La cosa bella è l'inno alla libertà che Ipazia grida ad ogni lettore.

MartireDi C. Andrea-4 luglio 2011

E' un libro che non avrà un altissimo valore per quanto riguarda lo stile, ma sostanzialmente non si allontana di molto dai "veri" saggi che sono stati scritti sulla scienziata e filosofa alessandrina. Il suo pregio è nel presentare questa figura, questa martire del libero pensiero e farcela conoscere, farci ascoltare al di là dei secoli, al di là delle fedi, al di là delle repressioni religiose la sua voce, il suo grido accorato: siate liberi! Perché di libertà abbiamo ancora bisogna noi uomini del 21 secolo, perché ancora dobbiamo liberarci della pastoie superstiziose della religione.

Da studiare nelle scuoleDi S. Bruno-3 giugno 2011

Succede che a casa nostra - questa Italia a laicità controllata ma ora ben poco garantita del Centocinquantenario - si cerca di negare l'esistenza di un fondamentalismo clericale (di proposito non lo chiamo cattolico) che, nel corso dei secoli ed esclusivamente in ragione del proprio potere, ha disseminato di raccapriccianti assassini (Inquisizione e roghi vari) ed impervi ostacoli il cammino della ragione umana: con l'opposto risultato di compromettere gravemente il cammino della ragione dei cattolici, se non quello dell'intera cristianità. Basta condiderare che anche oggi. Ovunque nel mondo permangano sacche di puro potere clericale, lì si scopre sorprendentemente arduo l'esercizio quotidiano delle stesse libertà di pensiero e di azione garantite dalle rispettive costituzioni statali. Esempi, apparentemente trascurabili ma solo adeguati ai tempi, ne sono state, a casa nostra, le difficoltà di diffusione e gli ostracismi clericali che ha dovuto affrontare il film "Agorà" di Alejandro Amenabàr, che ha cercato di diffondere la storia del davvero truculento "martirio" (dal greco "martyr", ossia "testimone") della grandissima scienziata e filosofa alessandrina Ipazia (370 - 415 d. C. ) perpetrato dai pii scherani del vescovo Cirillo: la medesima persona oggi più di allora venerata come grande Santo liturgico da quegli stessi "teodem" nostrani, che infatti non si sono vergognati di accusare di assassinio il padre di Eluana Englaro, la cui angosciante vicenda è nota a tutti. C'è da impazzire di rabbia a vivere oggi in questa Italia politicamente e culturalmente così arretrata: all'ultimo posto in Europa e molto indietro nel mondo intero, altro che chiacchiere. Considerazioni analoghe ma molto più autorevoli e circostanziate le trovate a corredo del libro che è anche scritto molto bene e ci insegna tra l'altro come in Egitto era più avanzata di oggi la società civile nel V secolo d. C. Leggiamo quindi tutti, ma proprio tutti, questo libro, anche perché in questa nostra situazione patria è un suicidio culturale ignorare storie come quella di Ipazia e anche di San Cirillo.

Da leggere!!!Di D. Antonio-19 ottobre 2010

Un gran bel libro che, meglio del successivo film di Amenabar, ci presenta questa drammatica e straordinaria figura di scienziata e di donna del IV secolo d.c., vittima del fanatismo religioso e della sete di potere della nascente chiesa cattolica. Avvio emblematico dei secoli bui del medioevo, dominati dall'oscurantismo religioso e dalla sfiducia nell'uomo e nella umana ragione.