Io, Tituba, strega nera di Salem di Maryse Condé edito da Giunti Editore
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Io, Tituba, strega nera di Salem

Traduttore:
Mori Maria Adelaide
Data di Pubblicazione:
1 luglio 2019
EAN:

9788809882805

ISBN:

8809882806

Pagine:
224
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Io, Tituba, strega nera di Salem

Nel 1692 la comunità puritana di Salem, nel New England, fu lacerata da uno dei più famigerati processi per stregoneria della storia. Le accuse, gli interrogatori, le torture e le condanne che seguirono coinvolsero più di centocinquanta persone e culminarono nella condanna a morte di diciannove imputati, in maggioranza donne. La nera Tituba, schiava di origine caraibica di proprietà del Reverendo Parris, fu accusata di istigare le donne e le fanciulle bianche alla stregoneria e ai commerci con il Maligno; la giovane schiava veniva dalle piantagioni delle Antille, e il romanzo a lei ispirato si apre sul luogo della sua nascita, l'isola di Barbada. Tituba è figlia di una donna nera violentata da un marinaio bianco durante la traversata oceanica e, nel corso delle peripezie che sconvolgono la sua vita fin dall'infanzia, viene iniziata ai riti e alla magia da Man Yaya, una vecchia curatrice africana. Da allora, Tituba ricorrerà spesso ai sortilegi e ai contatti con gli spiriti della sua tradizione, per reagire al disprezzo e ai soprusi dei bianchi: tutto il romanzo è così percorso da un'atmosfera di magia e sensualità, ma al tempo stesso è fondato sulla sanguinaria realtà della schiavitù nelle colonie del Nuovo Mondo, delle rivolte di schiavi e della "caccia alle streghe" del Seicento.

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4 di 5 su 1 recensione

Suggestivo, non proprio convincenteDi M. Amalia-4 gennaio 2012

Sul tema dei processi per stregoneria a Salem c'è una letteratura molto ricca, ed anche difforme. Ci voleva del coraggio per mettersi dalla parte di Tituba, schiava nera della famiglia del Reverendo Parris, che confessò senz'altro di essere una strega, avendone in cambio salva la vita. Nella storia qui proposta, Tituba è una donna "diversa", che applica con naturalezza le arti della sua gente. Tituba ha un passato, accuratamente immaginato e descritto, avrà anche un futuro, perché uscirà dal carcere di Salem e si perderà nelle nebbie della Storia. Ho apprezzato la formulazione proposta dal libro, le descrizioni psicologiche e le ambientazioni (l'inizio e la fine non si svolgono a Salem) , però esprimo qualche riserva sulla tesi per cui la strega sarebbe in certo senso superiore al processo. Nella tristissima vicenda di Salem, non poche furono le vittime e tutte o quasi morirono perché rifiutarono la via della confessione falsa che le avrebbe sottratte al patibolo. Si può dimenticarlo, in nome di una morale diversa, di valori "altri"? Secondo me no, e non penso fosse l'obiettivo dell'autrice. E il personaggio di Tituba rimane impresso, a conferma della difficoltà a sciogliere questi interrogativi.