Gli interessi in comune di Vanni Santoni edito da Laterza
Alta reperibilità

Gli interessi in comune

Editore:

Laterza

Data di Pubblicazione:
3 Ottobre 2019
EAN:

9788858136270

ISBN:

8858136276

Pagine:
300
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Gli interessi in comune

Il racconto di un’intera generazione, quelli nati negli ’80, che si muoveva con passo sgangherato sul ciglio del nulla. Un libro cult su un gruppo di ragazzi che vivono in un triangolo di provincia toscana, un luogo asettico e privo di intrattenimenti, che provano di tutto pur di riempire il vuoto che sentono dentro.
Iacopo, il Mella, il Paride, il Dimpe, il Malpa, Sandrone. Nel ’95 hanno sedici anni. Interessi in comune? Uno, senz’altro: il consumo regolare, diligente, quasi scientifico, di tutte le sostanze. Si guardano giusto dalla morte. E così eccoli, in un triangolo di provincia toscana che si allarga talvolta ad abbracciare l’Europa, eccoli riempire le notti, dormire i giorni, convergere comunque e sempre attorno a un bar. Sono un gruppo. E nel gruppo non ci stanno dentro le ragazze, le ambizioni, il lavoro, lo studio, la famiglia. Che pure ci sono (ragazze, ambizioni, lavoro, studio, famiglia), perché intanto la vita, come si dice, continua. Come del resto ci sono il Valdarno degli outlet e degli agriturismi, e l’aria intollerabile di un benessere odioso, forse effimero. Nessuno si prende sul serio – e infatti si ride, di sé e degli altri, con beffarda comicità –, ma nessuno più di loro sa che ogni impresa in cui si cimentano (spesso leggendaria, tragicomica sempre) è un vero blues. Vorrebbero tutti scappare, ma tutti (o quasi) continuano a tornare. Vanni Santoni segue i suoi eroi nichilisti lungo dieci anni di una infinita adolescenza, fitta di episodi esilaranti e magiche apparizioni di comprimari memorabili. Torna in libreria un romanzo di culto, che negli anni di indisponibilità è stato al centro di numerose – e a volte clamorose – vicende, dalle raccolte di firme dei lettori per chiederne la ristampa alle versioni fotocopiate che circolavano in scuole e università, dai furti del volume nelle biblioteche pubbliche alla produzione di veri e propri samizdat.

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4 di 5 su 10 recensioni

Un eco a Rimbaud e a BaudelaireDi B. Silvia-29 Luglio 2011

Una generazione di ragazzi sconvolti dalle droghe in una piccola provincia della Toscana, giovani alienati dall'uso e dall'abuso delle sostanze stupefacenti che li fa viaggiare in un'altra dimensione esiliandoli dalla realtà delle loro famiglie, dei loro genitori e dalle responsabilità della scuola che vedono solo come un mezzo per farsi mantenere il più a lungo possibile nelle loro ricche dimore. Un romanzo che indubbiamente ci fa riflettere su uno dei temi più discussi, attraverso i protagonisti che l'autore nomina con frequenza ritmata. Iacopo, il Dimpe, il Mella, il Malpa Sandrone ognuno di loro interprete di se stesso, inconsapevole dei limiti della propria mente e della capacità di sopportazione del proprio fisico, ognuno di loro con la propria insoddisfazione, con il desiderio di evasione cosi vivo da renderli incoscienti dinanzi al valore della vita. La noia della provincia e la mancanza di stimoli viene descritta con dialoghi schietti e talvolta un po' dialettali, forse per farci sfiorare la quotidianità di questa generazione che tenta di muoversi nella società con inquietudine e angoscia, cercando l'appoggio delle droghe per apparire e non lasciare trasparire la flebile condizione mentale che li lega ad un futuro incerto. Un romanzo attuale e provocatorio, che talvolta fa eco alle poesie di Baudelaire e Rimbaud esaltando l'aspetto più tangibile di un disagio interiore, visto come una fuga continua dalla realtà, che un giorno li allontana e il giorno dopo li attrae nuovamente a se con la stessa inesorabile forza di una calamita.

recensioneDi p. carla-22 Novembre 2008

Ho visto l'autore a Cuneo insieme a Bianchi e Bosonetti, era un dibattito sull'adolescenza ma anche una presentazione di questo libro e di quello di Bosonoetti. Comprato il volume, l'ho letteralmente divorato, tanto è divertente, ma attenzione: e' anche un libro molto amaro. Vanni Santoni ha un dono speciale, di guardare nei cuori delle persone, giu' in fondo, dove c'è un universo di cose non dette e nostalgie. Anche il più "macchietta" dei comprimari nasconde un dramma, un vissuto, dei desideri, e si vede. Tra l'altro e' raro che qualcuno che scrive cosi' bene sia anche cosi' bello :)

scritta per un sito di libriDi P. Frater-28 Luglio 2008

Un manuale per iniziati (ovviamente in 23 capitoli) mascherato da libro su "ragazzi e droghe". Se non lo avessi trovato in casa, difficilmente mi ci sarei avvicinato visto il modo in cui si presenta (specie in terza di copertina) e il manifesto (anticonsumista? Certo scollegato dal resto del romanzo, a livello di significato) con cui apre. E invece cosa ci trovo? La Grande Opera. Bizzarro. Il libro credo sia comunque godibile dal pubblico esoterico in quanto l'autore fa buono sfoggio di ironia e ha frequenti sprazzi di lirismo.

DolceamaroDi F. Doriana-25 Luglio 2008

Dal malinconico al comico, sempre in bilico tra drammatico e ridicolo, le vicende di questo sgangherato gruppo di inquieti adolescenti lasciano il sorriso sulle labbra e l'amaro in bocca per la molta verità che si scorge dietro il racconto. L'analisi licidissima di una generazione che trova lo scopo nell'accumulare esperienze senza scorgerne la vacuità, non soffermandosi neppure di fronte alla morte. Il libro si apre e si chiude con un manifesto dolceamaro che qualsiasi trentenne riesce a sentire come "proprio". Apparentemente leggero, è un libro che si legge tutto d'un fiato....ma che si digerisce lentamente.

capolavoro?Di m. tsert-15 Giugno 2008

di certo il libro più divertente dell'anno. di certo santoni può dare lezioni di prosa al 90% degli scrittori italiani e a tutti i suoi coetanei. non essendo il mio genere duro fatica a definire "capolavoro" un libro di narrativa contemporanea con protagonisti giovani contemporanei, ma siamo in quella categoria lì.

libro complessoDi W. Wab-4 Giugno 2008

Libro molto complesso quello di Vanni Santoni. Non sembra, perché fa ridere e si legge velocemente (io l'ho preso in mano e non l'ho mollato), ma appena lo si finisce si iniziano a sospettare significati e disegni sfuggiti. Perché Loriano si é ucciso? Che rapporto c'é tra il Paride e il Malpa? Iacopo é infinitamente superficiale o infinitamente profondo? Che fine fará il Mella? Oltre a questo, una riflessione profonda sulle sostanze che alterano la mente (argomento spesso relegato in cronaca, o genericamente condannato ma mai approfondito) con particolare attenzione agli psichedelici: piú volte nel corso del romanzo questi ragazzi di provincia superano prove spirituali di tipo squisitamente sciamanico, con tutte le implicazioni del caso. E non é un caso che le sostanze d'abuso (di cui, pure, abusano, spesso e volentieri), siano altre: alcol, cocaina, tabacco, psicofarmaci. "Gli interessi in comune", un romanzo quindi piú complesso di quanto sembra, ma anche un romanzo di "antiformazione", corale e individualista insieme.